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NeXT. Mappe senza frontiere: gravidanza, allattamento puerperio al di là dei nostri confini

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NeXT. Mappe senza frontiere: gravidanza, allattamento puerperio al di là dei nostri confini 1
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Grande successo per il progetto editoriale denominato NExT (Nurse EXperimental Thesis) targato Nurse Times

Giunge all’indirizzo mail della nostra redazione ([email protected]) il lavoro di tesi di laurea sperimentale in infermieristica preveniva e di comunità della dott.ssa  Daniela Misino, dal titolo “Mappe senza frontiere: gravidanza, allattamento puerperio al di là dei nostri confini, laureatasi presso l’Università degli Studi di Foggia nell’a.a. 2016-2017.


Problema: La scarsa consapevolezza dell’importanza del “Nursing transculturale”, non permette di rispondere ai bisogni della persona, in quanto tale: capace di garantire un’assistenza, senza “frontiere” e “limiti” convenzionali.

Scopo: Verificare il grado di consapevolezza da parte dell’infermiere della necessità di applicare il Nursing Transculturale come risposta al bisogno “altro”; valutare la qualità percepita delle donne immigrate, durante il percorso nascita avvenuto nel nostro Paese

Disegno dello studio: Studio di tipo qualitativo e quantitativo.

Campione: Il campione è costituito complessivamente da 20 donne di origine africana, in particolare provenienti dalla Nigeria e del Mali.

Metodi e strumenti: Somministrazione di n. 2 questionari: uno di carattere socio-demografico, uno di tipo specifico circa gravidanza, allattamento e puerperio.

Risultati: L’esame dei questionari ha messo in evidenza dati apparentemente contrastanti tra di loro, da una parte, le difficoltà linguistiche e la scarsa conoscenza del personale infermieristico anche, in merito alle metodiche in uso durante il percorso nascita, nei relativi paesi di provenienza delle donne immigrate, dall’altra, una risposta assistenziale infermieristica soddisfacente.

Le donne che hanno partorito in Italia, infatti, hanno riferito di aver ricevuto un’assistenza adeguata, rispetto al loro paese di origine, in alcuni casi è risultata ottimale grazie alla presenza del mediatore culturale.

Conclusioni: Dalla ricerca condotta risulta che, sebbene la figura infermieristica abbia delle difficoltà nella lingua e nella conoscenza del sapere “altro”, questo non ha impedito di garantire una risposta adeguata e percepita in modo soddisfacente dalle donne immigrate.

L’aumento delle persone straniere nel nostro paese, ha portato alla necessità di una nuova coscienza culturale da parte del personale sanitario, il quale deve assistere la popolazione immigrata, come quella nazionale, prendendo in considerazione la totalità della persona.

Questo “gap” culturale potrebbe essere integrato con corsi di formazione strutturati in modo da sviluppare competenze specifiche nei partecipanti, quali ad esempio competenze comunicative, dialogiche, di counselling e di aiuto terapeutico.

Daniela Misino

Allegato

Tesi: Mappe senza frontiere: gravidanza, allattamento puerperio al di là dei nostri confini

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