Grande successo per il progetto editoriale denominato NExT (Nurse EXperimental Thesis) targato Nurse Times
Giunge all’indirizzo mail della nostra redazione ([email protected]) il lavoro di tesi di laurea in infermieristica della dott.ssa Giusi Perfetto, dal titolo “GESTIONE CLINICA-ASSISTENZIALE DELLE MICI: IMPATTO SOCIALE E APPROCCIO INFERMIERISTICO”, laureatasi presso l’Università degli Studi della Campania ”Luigi Vanvitelli” nell’a.a. 2016-2017.
…di Giusi Perfetto
Introduzione
Le IBD sono patologie croniche caratterizzate da un decorso clinico altalenante, con fasi di riacutizzazione e remissione, aventi un impatto significativo sulla vita della persona e dei suoi familiari.
Tali patologie creano importanti disagi e limitazioni, in quanto possono influenzare la sfera psicologica, emotiva, sociale e lavorativa dell’individuo, compromettendone la qualità di vita.
Si possono riscontrare elevati livelli di ansia, o che l’ansia possa influire negativamente sulla patologia. Si può manifestare una restrizione delle interazioni sociali e relazionali ed addirittura una limitazione all’attività lavorativa, in quanto la malattia cronica limita in modo variabile lo svolgimento e la prosecuzione dell’attività.
A questo proposito, si può riscontrare una riduzione della produttività e capacità lavorativa, aumento delle assenze per malattia e quindi perdita di ore lavorative, compromissione o cessazione della carriera.
Saper riconoscere, prevenire e fronteggiare tali disagi è sicuramente prerogativa dell’infermiere, al fine di erogare un’assistenza di qualità in virtù dei bisogni dell’assistito. Inoltre, l’intervento infermieristico è fondamentale per guidare ed orientare l’utente nel percorso terapeutico-assistenziale e incrementare la qualità della vita.
Obiettivo dell’indagine
L’obiettivo di questa indagine è quello di investigare le conoscenze che le persone affette dalle IBD avevano prima che venissero diagnosticate loro tali patologie, l’impatto delle IBD sulla loro vita, i fattori che possono influenzare il decorso della malattia, le loro paure e privazioni, e la presenza della figura infermieristica.
Materiali e Metodi
L’indagine è stata condotta con la somministrazione di 95 questionari. È stato utilizzato un questionario costituito da 20 domande a risposta multipla. Tutti i pazienti che si sono recati presso l’Ambulatorio hanno accettato di compilare il questionario che dopo la compilazione è stato subito riconsegnato. Per garantire la privacy ed evitare che il paziente si sentisse a disagio, è stata preferita l’autosomministrazione dei questionari e l’anonimato.
Conclusioni
Vivere con una patologia cronica significa vivere nell’incertezza. La persona di fronte a tale situazione può provare solitudine, isolamento, imbarazzo, paura e timore.
I pazienti affetti da MICI richiedono una particolare attenzione nell’assistenza attraverso interventi volti non soltanto alla sfera clinico-sanitaria ma anche a quella psico-emotiva e sociale.
Per tale motivo, l’infermiere ha un ruolo significativo nel gestire il paziente cronico durante le diverse fasi della malattia, dal momento della presa in carico dopo la diagnosi, ai follow-up di controllo.
Ciò nonostante, per gli infermieri italiani, la sfida attuale è proprio quella di produrre le evidenze che giustificano la loro importanza nel processo di cura dei pazienti con IBD.
L’infermiere che si rivolge a tale categoria di pazienti deve avere conoscenze approfondite riguardo la fisiopatologia delle malattie, ma deve anche avere profonde conoscenze di educazione, ricerca, buone capacità di counseling e di organizzazione e coordinamento delle attività che riguardano il controllo della malattia, il tutto rapportato alle IBD.
L’infermiere esperto in IBD lavora come parte dell’équipe multi-disciplinare, interagendo con medici, dietisti e psicologici, migliorando i livelli di cura e l’esperienza del paziente, fornendo un’assistenza efficiente, olistica ed accessibile.
Un obiettivo del nursing, nel contesto cronico, è di aiutare ogni persona e famiglia ad autogestire le problematiche di salute, ovvero di attivare processi di apprendimento per acquisire competenze ed abilità che permettano al soggetto di gestire autonomamente la propria vita e gli aspetti influenzati dalla patologia.
Il valore dell’assistenza infermieristica, infatti, non risiede in ciò che fai, ma in ciò che rendi l’altro capace di fare. Non è quindi nell’attività che sta la specificità della professione, ma nei possibili risultati e obiettivi che è in grado di proporre e perseguire.
Giusi Perfetto
Allegato
Tesi: Gestione clinica-assistenziale delle MICI: impatto sociale e approccio infermieristico
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