Quanto accade sulle navi mercantili è ai più completamente sconosciuto. Ogni nave destinata al trasporto di merci rientra nel grande gruppo delle navi della Marina Mercantile Italiana.
La Marina Mercantile Italiana rappresenta la flotta civile composta da navi mercantili italiane che siano gestite dal governo italiano oppure dal settore privato, impegnata nel commercio e nel trasporto marittimo di merci.
Queste imbarcazioni trasportano decine di marinai che, come qualsiasi persona, possono avere problematiche croniche di salute o andare incontro ad infortuni o malattie.
Ma chi si occupa della salute dei marittimi che operano sulle navi?
Il DM 13/06/1986 (VEDI) ha istituito l’obbligatorietà di garantire un servizio medico su tutte le navi della flotta che operino nel Mar Mediterraneo, ma secondo le testimonianze che abbiamo raccolto, di fatto nessuna nave ospita un medico di bordo.
Chi sostituisce dunque il sanitario in possesso di una laurea in medicina e chirurgia?
Non un infermiere o un altro professionista sanitario, ma un marittimo che, dopo aver sostenuto un corso di 50 ore distribuite in 5 giornate di full immersion sanitaria è abilitato all’esercizio di numerose attività di pertinenza esclusiva infermieristica e medica.
Applicazione di punti di sutura chirurgica, somministrazione di farmaci per via endovenosa, intramuscolare ed orale, piccoli interventi chirurgici e riduzione di fratture ossee.
Il corso, denominato “Medical Care” viene svolto dalle unità operative di formazione delle singole Asl che istituiscono un bando per permettere la partecipazione ai marittimi in possesso dei requisiti.
Nella giornate di corso vengono formate persone senza alcuna conoscenza sanitaria rendendole inverosimilmente autonome nella gestione di ogni patologia. Il corso è articolato nel seguente modo:
1º giornata
Area Chirurgica (Durata: 6 ore)
– Danni all’orecchio, naso, gola e occhi
– Bruciature ed ustioni
– Ferite recenti, ferite in via di guarigione, infezioni
– Tecniche di sutura
– Cura dei dolori addominali
– Piccole operazioni chirurgiche
– Medicazioni e bendaggio
– Cure dentarie
– Gestione di fratture, lussazioni e lesioni muscolari (2 ore)
– Ginecologia, gravidanza e parto (1 ora)
2º Giornata
Area Emergenza: (Durata 7 ore)
– Lesioni alla testa e alla spina dorsale
– Sopportazione del dolore
– Interventi medici su persona annegata
3º Giornata
Malattie sociali e nozioni di igiene (Durata 5 ore)
– Abuso di alcol e droga (2 ore)
– Nozioni di igiene, malattie sessualmente trasmissibili, malattie tropicali ed infezioni (3 ore)
4º Giornata
Tecniche infermieristiche (9 ore)
– Principi generali
– Cure infermieristiche
– Controllo ambientale a bordo
– Prevenzione delle malattie tramite disinfezione, disinfestazione, derattizzazione e vaccinazioni.
5º giornata
Esame finale e chiusura del corso.
Tralasciando le competenze medico-chirurgiche, dentistiche, ostetriche e ginecologiche attribuite al marittimo ci concentreremo solo su quanto prettamente infermieristico.
Il marittimo viene di fatto abilitato allo svolgimento di tecniche quali il posizionamento di aghi cannula o aghi a farfalla, infusione endovenosa di liquidi, immobilizzazione di arti fratturati, dosaggio e somministrazione di un elenco interminabile di farmaci secondo protocolli, triage ed identificazione sintomi sulla base di esame clinico e storia medica del paziente.
Ma chi prescrive i farmaci se nessun medico è presente a bordo?
I marittimi interpellati parlano di fantomatiche prescrizioni via radio e di applicazione di protocolli “See&Treat“.
Ma siamo proprio sicuri che un lavoratore con poche ore di preparazione alle spalle sia in grado di gestire un’emergenza in pieno mare a centinaia di chilometri dalla costa?
Gli ufficiali interpellati in merito alla situazione presente sulle navi mercantili si sono giustificati asserendo che in situazioni di emergenza non ci sia il tempo necessario per attendere i soccorsi specializzati e che pertanto l’esercizio abusivo sia giustificato dallo stato di necessità.
Non sarebbe più semplice impiegare un professionista competente in materia come l’infermiere affidando ad esso tali incombenze?
Appare evidente una situazione di esercizio abusivo della professione infermieristica come pratica consolidata e strutturata.
La flotta navale italiana è composta da oltre 1000 navi e per ogni imbarcazione sarebbero necessari due infermieri. Considerando che migliaia di infermieri in Italia sono disoccupati o precari per quale motivo si continua a rendere lecita una situazione grottesca?
La redazione di Nurse Times auspica un intervento deciso e provvidenziale da parte della Federazione Nazionale Collegi Ipasvi e della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri al fine di porre fine ad una situazione ai limiti dell’indecenza e di gran lunga oltre i limiti della legalità.
Simone Gussoni
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