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Morì dopo due notti al freddo: infermieri scagionati, vertici Ausl indagati

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Nursing Up replica al Coas: “Pericoloso il triage affidato a infermieri? Aggiornatevi e chiedete scusa”
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Dopo l’assoluzione dei tre infermieri, il Gup indaga sulla gestione inadeguata del Pronto Soccorso dell’ospedale Santa Maria delle Croci

Ravenna, 15 aprile 2025 –Tre operatori – tra cui due infermieri dell’ambulanza e un infermiere del triage – sono stati assolti in relazione alla morte di un uomo di 67 anni, deceduto dopo essere uscito dal Pronto Soccorso dell’ospedale Santa Maria delle Croci.

I fatti alla base della tragedia

Nel novembre 2022, un uomo trovato in stato confusionale fu trasportato in ambulanza al Pronto Soccorso di Ravenna. Classificato come “urgenza differibile”, il paziente dovette attendere oltre due ore e mezza invece dell’attesa prevista di un’ora, tanto da spingerlo ad allontanarsi dalla struttura. Due giorni dopo, venne ritrovato in condizioni critiche in un fosso e, ricoverato nuovamente, morì il 7 dicembre per ipotermia e polmonite, conseguenza delle due notti trascorse al freddo.

Le decisioni giudiziarie

L’udienza preliminare, condotta dal Gup Corrado Schiaretti, ha portato ad una svolta decisiva:

  • Assoluzioni: i due infermieri dell’ambulanza, difesi dagli avvocati Giovanni Scudellari ed Eleonora Raggi, sono stati assolti con la motivazione “perché il fatto non sussiste”.
  • Non luogo a procedere: anche l’infermiere del triage, tutelato dall’avvocato Laura Bozzi, ha visto emessa una sentenza di non luogo a procedere, nonostante la richiesta iniziale di condanna e rinvio a giudizio da parte della Procura.
L’Indagine sui vertici e le criticità organizzative

Nonostante le assoluzioni, il Gup ha rilevato che le problematiche non risiedono nelle condotte degli operatori, quanto nelle condizioni organizzative del pronto soccorso. Diversi consulenti, sia della Procura sia della difesa, hanno messo in luce criticità come il sovraffollamento e le carenze di personale, che hanno compromesso i tempi di risposta e di monitoraggio del paziente. In seguito, gli atti sono stati trasmessi al Pubblico Ministero per valutare l’apertura di un procedimento penale per omicidio colposo contro i vertici dell’Ausl Romagna, in particolare nei confronti del direttore generale Tiziano Carradori e del responsabile della direzione amministrativa.

Implicazioni future

Questa vicenda evidenzia una riflessione profonda sul sistema sanitario:

  • Responsabilità dirigenziali: il caso sottolinea come non basti avere infermieri e operatori competenti se l’organizzazione e la gestione strutturale sono carenti.
  • Investimenti e ristrutturazioni: in parallelo, sul territorio sono in corso progetti di rinnovamento e ampliamento delle strutture ospedaliere, fondamentali per garantire un servizio sanitario efficiente e sicuro.
  • Fiducia nel sistema sanitario: rafforzare la gestione organizzativa diviene essenziale per evitare il ripetersi di tragedie simili e per ristabilire la fiducia dei cittadini nel sistema pubblico.

Il caso di Ravenna rappresenta un punto di svolta nel dibattito sulla responsabilità in sanità. Se da una parte gli infermieri sono stati scagionati, dall’altra la luce ora è rivolta sui vertici dirigenziali, chiamati a rispondere delle criticità organizzative che hanno potuto contribuire a un tragico esito. 

Redazione NurseTimes

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