Adescavano donne online, fingendosi segretarie di una clinica privata in procinto di aprire a Milano. Avrebbero dovuto recitare in video didattici e promozionali per il lancio del centro medico. In realtà era un trappola, e quando le vittime si presentavano convinte di aver trovato un lavoro la proposta diventava pornografica. Le donne sarebbero state “indotte a denudarsi” all’interno di un falso studio sanitario per essere sottoposte a “visite” ginecologiche che degeneravano in abusi sessuali di vario genere. Violenze riprese in primo piano da telecamere.
Per questo due uomini sono stati arrestati lo scorso lunedì scorso. Si tratta di Antonio Cirla, medico radiologo in pensione di 71enne, e Alessandro Possati, 42enne proveniente da una facoltosa famiglia veneziana. Ora sono ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale di gruppo. Le indagini, condotte dai carabinieri, sono iniziate dopo la denuncia presentata da una giovane nel giugno del 2024. Sotto la direzione del pm Antonio Pansa, coordinato dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella, è stato scoperto che a Milano il sistema andava avanti da anni.
Nella casella mail del centro medico di Milano, denominato Centro Clinica Italia, sono state scoperte mail risalenti al 2016. Agli annunci avrebbero risposto ben 135 ragazze. Di queste, sei sarebbero state vittime di violenze sessuali con palpeggiamenti e abusi, che poi venivano diffusi online. Tre delle avrebbero avuto più incontri nel corso del tempo con i finti ginecologi. Altre ragazze, quando capivano la trappola, si rifiutavano fermamente e andavano via dal centro medico, in realtà un appartamento preso in affitto.
Alcune delle conversazioni via mail con le vittime si interrompono bruscamente, ma non è detto che non ci fossero altri sistemi di comunicazione tra le donne adescate e i due uomini. Secondo quanto emerso, il radiologo in pensione si fingeva ginecologo, mentre il collega più giovane, titolare della Illumina Film Production, riprendeva le scene.
Nei dispositivi elettronici dei due gli investigatori avrebbero trovato comunque tracce di altro materiale pornografico. Il 42enne, stando a quanto rivelato, parteciperebbe attivamente a chat in cui scambia materiale pornografico con altre persone. Nei suoi dispositivi sarebbero state trovate immagini a carattere pedopornografico.
Redazione Nurse Times
Fonte: MilanoToday
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