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Migep, SHC e Stati Generali Oss scrivono alle istituzioni: “Stop alla revisione del profilo di operatore socio-sanitario e all’istituzione dell’assistente infermiere”

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Assistente infermiere, appello Cnai alle istituzioni: "Fermate tutto!"
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Di seguito la lettera che Loredana Peretto (Federazione Migep), Antonio Squarcella (SHC OSS) e Gennaro Sorrentino (Stati Generali Oss) hanno scritto alle istituzioni.

Illustrissime Istituzioni,
come già evidenziato nella precedente nota del 6 settembre 2024, le scriventi a nome degli operatori socio sanitari, pur consapevoli delle difficoltà che il sistema sanitario sta affrontando: carichi di lavoro insostenibili, difficoltà nel garantire i tempi e modalità di assistenza e cura, sovramansionamento dell’operatore socio sanitario, pur comprendendo l’urgenza di affrontare la carenza di personale sia infermieristica che di OSS, con la presente siamo a chiedere la sospensione del percorso di approvazione degli Accordi dei quali in oggetto (relativi alla revisione del profilo dell’operatore socio-sanitario e all’istituzione del profilo professionale di assistente infermiere, ndr).

Le motivazioni alla base di tale richiesta risiedono nelle seguenti considerazioni.

1. Creazione di una figura ibrida non definita giuridicamente ed economicamente

La proposta di una nuova figura come l’Assistente Infermiere crea una sovrapposizione di ruoli senza alcun riconoscimento giuridico-economico, generando soltanto confusione tra i professionisti e aumentando il rischio di conflittualità di ogni genere all’interno delle équipe sanitarie. Un percorso privo di riconoscimento non può che compromettere l’efficacia e la funzionalità dei servizi sanitari, minando la coesione tra gli operatori già esposti a stress di ogni tipo.

1. Danno alla figura dell’OSS

L’OSS subirà un carico di lavoro maggiore espressamente infermieristico, con un aumento dello stress e della responsabilità lavorativa, divenendo sempre più subordinato agli infermieri e agli ordini professionali. Tale scenario si tradurrebbe in un peggioramento delle condizioni lavorative.

2. Nessuna formazione coerente

Le ore di formazione restano sostanzialmente le stesse per l’operatore socio sanitario e troppo esigue per l’Assistente Infermiere. Il titolo conseguito a termine del percorso resta un attestato di qualifica professionale. Non si punta ad una preparazione più approfondita né all’ottenimento di un diploma così come accade nella Comunità Europea, e non si comprende perché non si prevede un ordinamento teorico e un tirocinio pratico uniforme sul territorio nazionale nei contenuti e nelle ore di lezione e di tirocinio determinato da un intesa Stato- Regioni affidando la formazione alle Aziende Sanitarie sedi di corsi di laurea per infermieri.

3. Riconoscimento economico nullo

Non è concepibile attribuire nuove competenze senza prevedere un corrispettivo adeguato in termini di riconoscimento economico. Un’evoluzione del ruolo professionale deve essere accompagnato da una valorizzazione economica che attualmente non appare presente in questa proposta.

4. Nessuna copertura assicurativa

L’operatore socio sanitario e l’Assistente Infermiere non avranno alcun obbligo di assicurazione professionale, né contro la colpa grave, non rientrando tra le tutele della legge Gelli-Bianco.

5. Sovramansionamento legalizzato

L’introduzione di questa figura rischia di formalizzare e legalizzare il già purtroppo presente sovramansionamento dell’Oss, legittimando l’assegnazione di compiti sempre più complessi senza un’adeguata formazione né, lo ribadiamo, il giusto riconoscimento. Questo mina i principi fondamentali di tutela e sicurezza del lavoro.

6. Favoritismo verso le strutture private

La riforma, così come concepita, va a favorire esclusivamente le cooperative – RSA – strutture private, che vedrebbero aumentare il proprio potere gestionale e contrattuale a scapito dei lavoratori.

7. Valorizzazione delle professioni esistenti

Continuano a non essere valorizzate tutte le professioni esistenti, messe a esaurimento (inf. Generici, puericultrici) senza che possano essere realmente recuperate ma, le loro competenze vengono assorbite nella nuova figura “tuttofare” senza una buona preparazione anche in puericultura.

8. Istituzione dell’area delle professioni sociosanitarie

Non riusciamo a comprendere perché il Ministero e le Regioni non vogliano prendere atto delle leggi promulgate a favore dell’area socio-sanitaria e continuino invece a portare avanti la figura di un operatore tecnico di interesse sanitario, ex legge 1/2000. La nuova figura intermedia, qualsiasi essa sia, dovrebbe in primis necessariamente ricoprire l’area socio-sanitaria.

10. Equipollenza dell’Oss FC

La dichiarata equipollenza dell’Oss FC in l’A.I. genera confusione, poiché quest’ultimo ha una formazione potenzialmente ambigua e non sufficiente aumentando il rischio contenzioso sanitario. È necessario richiedere il requisito del diploma di scuola secondaria superiore.

Proposte alternative

Siamo convinti che la strada da percorrere sia quello di avere un sistema sanitario basato sulle professionalità solide e competenze ben definite per garantire ai cittadini la qualità che meritano. Personalmente non siamo contrari ad elevare l’evoluzione dell’Oss anche prevedendo l’evoluzione in un nuovo profilo. Su questo ultimo punto abbiamo presentato due disegni di legge (Assistente socio sanitario – Assistente alla Salute) per contrastare da una parte il sovramansionamento dell’oss e dall’altra il sottomansionamento o demansionamento dell’infermiere.

Riteniamo anche che l’unico modo per affrontare queste sfide sia una riorganizzazione complessiva del panorama delle professioni sanitarie e socio sanitarie, che parta da una revisione profonda del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL).

È importante altresì sfruttare l’offerta formativa degli Istituti Socio Sanitari, eliminando la frammentazione della formazione Regionale e puntando al diploma di qualifica attraverso un rinnovamento e un’evoluzione complessiva della professione socio sanitarie, sarà possibile garantire una vera valorizzazione della sanità e un miglioramento delle condizioni lavorative e dei servizi offerti ai cittadini.

Bisogna al momento:

Migliorare la retribuzione degli Oss garantendo salari dignitosi, sviluppare un ambiente di lavoro positivo e le condizioni lavorative ottimali, riconoscere il lavoro usurante, investire maggiormente nella formazione dell’Oss attraverso la certificazione delle competenze. Coinvolgere in modo significativo la nostra federazione come partener professionale degli Oss, affrontare con urgenza il miglioramento del sostegno alla salute e al benessere dell’Oss, consolidare il ruolo dell’Oss in una formazione omogenea, inquadrare l’Oss nell’area e nel ruolo socio sanitario, considerare l’Oss uno dei componenti dell’equipe assistenziale e non una figura di supporto. Maggior assunzione per contrastare la carenza di personale, formazione attraverso gli standard dei paesi europei.

Confidando nella Vostra attenzione e disponibilità a riconsiderare le scelte in essere, chiediamo l’istituzione di un tavolo tecnico al quale desideriamo partecipare per discutere sul profilo dell’Oss essendo la federazione maggiormente rappresentativa della professione OSS per un maggior confronto costruttivo con tutte le parti coinvolte, per sviluppare un programma completo che affronti la carenza di personale ma, soprattutto l’evoluzione dell’operatore socio sanitario.

Redazione Nurse Times

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