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Migep e Stati Generali Oss alle forze politiche: “Non lasciate soli i nostri anziani”

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Di seguito la lettera inviata da Angelo Minghetti (Federazione Migep) e Gennaro Sorrentino (Stati Generali Oss) ala premier Giorgia Meloni, al ministro della Salute, Orazio Schillaci, e a tutte le forze politiche.

Negli ultimi anni le cronache hanno rivelato una realtà allarmante: nelle strutture residenziali per anziani si verificano ancora troppi episodi di maltrattamenti e violenze ai danni delle persone più vulnerabili. Si tratta di fatti di inaudita gravità, compresi casi di violenza sessuale, anziani ammassati in stanze disumane prive di letti e riscaldamento, alimentazione ridotta al minimo. Il Governo non ha mai affrontato seriamente questo problema, considerandolo marginale: gli anziani, ormai fuori dal sistema produttivo, vengono visti come un peso economico, e così si preferisce ignorare la situazione.

Dopo la pandemia, questi episodi sono aumentati e sono diventati più visibili agli occhi di tutti, rivelando la loro natura di veri e propri atti di violenza. Come Federazione delle Professioni Sanitarie e Socio-Sanitarie Migep abbiamo più volte sollecitato un intervento politico in difesa di questi cittadini fragili. Oggi lo ribadiamo con forza: è necessario che il Governo istituisca un Garante degli Anziani con funzioni ispettive, in grado di vigilare sul rispetto della salute e della dignità dei degenti. Inoltre, è fondamentale estendere il reato di maltrattamento a chiunque infligga abusi agli anziani in regime di ricovero.

L’istituzione del Garante degli Anziani consentirebbe, oltre alla vigilanza contro le violenze, un miglioramento complessivo del servizio e delle condizioni di soggiorno dei degenti. Questa figura avrebbe anche il compito di allontanare definitivamente chi si è reso responsabile di maltrattamenti, impedendo loro di continuare a operare sotto mentite spoglie.

È una vergogna nazionale: il Governo deve assumersi la responsabilità di difendere i diritti dei cittadini fragili, anziani soli, non autosufficienti e indifesi, spesso vittime di maltrattamenti e umiliazioni da parte di personale non qualificato, con attestati falsi e senza alcuna formazione adeguata. Invece di affrontare il problema, il Governo preferisce creare figure ibride come l’“assistente infermiere”, senza una preparazione specifica, dimostrando di pensare solo ai propri interessi e a quelli della classe dirigente.

Il quadro che emerge nel nostro Paese è desolante: molte case di riposo e case famiglia operano senza autorizzazioni, con gravi carenze assistenziali. Questa realtà, purtroppo, è spesso taciuta e ignorata dalla politica, che invece di occuparsi di questi cittadini preferisce concentrarsi su privilegi e aumenti di stipendio, mantenendo una sorta di dittatura velata. Gli anziani nelle case di riposo non sono considerati esseri umani, ma un peso sociale. La società non riesce a garantire loro la dignità che spetta a ogni individuo, nonostante la Costituzione Italiana sancisca chiaramente il diritto alla tutela e alla cura.

L’assenza di un’adeguata assistenza condanna gli anziani a una lenta e inesorabile degenerazione, portandoli nei casi peggiori alla morte. Per questo è essenziale garantire controlli costanti e verifiche su tutte le strutture del territorio nazionale. È necessario che gli anziani, soprattutto i non autosufficienti e quelli soli, abbiano la garanzia di ricevere cure e assistenza adeguate da personale qualificato. La politica ha il dovere di tutelare la dignità dei cittadini e di farla rispettare sempre, perché la malasanità non deve sommarsi alla malassistenza.

Non bastano i Nas: servono leggi severe per punire chi si rende responsabile di questi atti di violenza, compresi i gestori delle strutture, perché è inammissibile che ignorino ciò che accade nelle loro strutture. Inoltre, in molte strutture private l’accesso è negato, rendendo impossibile qualsiasi forma di controllo esterno.

Il sistema attuale favorisce il profitto dei vertici aziendali a discapito dei degenti. Il guadagno viene privilegiato rispetto alla qualità dell’assistenza, riducendo al minimo indispensabile i servizi essenziali come pasti, cure, igiene e relazioni umane.

Si tratta di un vero e proprio sfruttamento dell cosiddetto “oro grigio”: anziani non autosufficienti considerati una fonte di guadagno, privati della dignità e della cura che meritano. Non possiamo accettare che tutto questo venga definito una semplice “disfunzione”. Mentre le famiglie vengono accolte con sorrisi di circostanza, la realtà per gli anziani è un vero inferno, nascosto alla vista dei visitatori.

L’assistenza notturna, spesso, è garantita da un solo operatore socio-sanitario o da personale ausiliario, senza la presenza di un infermiere per le emergenze. I lavoratori che denunciano queste violenze vengono considerati scomodi, minacciati, trasferiti o licenziati. È difficile credere che ciò che emerge dalle cronache sia solo una serie di anomalie e non il risultato di un sistema marcio.

Quali sono le cause di questo “maltrattamento istituzionalizzato”? La risposta è semplice: la ricerca sfrenata del profitto. Le aziende sanitarie cercano di guadagnare il più possibile, spendendo il minimo per i degenti, mentre all’esterno si mostrano come modelli di alta qualità. Tuttavia, dietro questa facciata si nasconde una realtà fatta di negligenza, carenze e abusi, perpetrati spesso da personale non qualificato.

Un impero dell’oro grigio che ha generato purtroppo maltrattamenti e morte, come hanno potuto agire in totale impunità? Non possiamo tacere la farsa dei controlli delle Asl regionali, i quali sono annunciati un mese e mezzo o due mesi in anticipo e alla fine si chiudono con dichiarazioni abilmente architettate a posteriori per essere conformi agli obblighi.

Solo una politica socio-assistenziale pubblica può garantire trasparenza e controllo

Chiediamo inoltre:

  • L’istituzione del Garante dei Diritti degli Anziani a livello regionale e comunale, con poteri ispettivi;
  • La previsione di forme di partecipazione, controllo e collaborazione con il personale da parte dei familiari e delle loro associazioni;
  • L’estensione del reato di maltrattamento e della negazione di diritti fondamentali agli anziani ricoverati in ospedali, Rsa, case famiglia e in ambito domiciliare, sul sociale;
  • L’istituzione di una Commissione Parlamentare di inchiesta su quanto sta accadendo.

Non possiamo più accettare che gli anziani, i più fragili della nostra società, vengano trattati come un peso e abbandonati a un destino di sofferenza e abusi. Il tempo dell’indifferenza deve finire.

Redazione Nurse Times

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