E’ infinito l’elenco dei maltrattamenti, fisici e psicologici, a cui dallo scorso agosto, quando sono iniziate le indagini, erano sottoposti gli anziani ospiti della Rsa Sacro Cuore di Dizzasco (Como). Un quadro scioccante di umiliazioni e soprusi per il quale i carabinieri del Comando provinciale di Como, coordinati dal pm della Procura lariana, Alessandra Bellù, hanno fatto scattare sette ordinanze di custodia cautelare, cinque agli arresti domiciliari e due in carcere.
Gli indagati sono ausiliari socio-assistenziali – cinque donne e due uomini, tra i 30 e i 50 anni, tutti residenti nei Comuni del medio e alto Lario – che gli investigatori, tramite intercettazioni audio e video, hanno immortalato mentre maltrattavano, insultavano e non di rado picchiavano, se non addirittura torturavano, gli ospiti della struttura, costretti nei loro letti. Ci sono immagini in cui si vedono gli anziani coprirsi il volto, oppure sollevare le braccia per difendersi anche al solo apparire nella stanza di uno degli ausiliari finiti sul registro degli indagati.
“Violenze fisiche e verbali reiterate quotidianamente”, per il tenente colonnello Francesco Spera, comandante del Reparto operativo del Comando provinciale di Como. Soprattutto in orario notturno, quando si riduceva il rischio di essere scoperti. Calci, schiaffi (anche in testa), insulti, castighi inflitti per un nonnulla, frasi ingiuriose, sfottò spesso legati all’aspetto fisico, all’abbigliamento o alle condizioni generali dei pazienti, minacce. L’inchiesta ha preso il via lo scorso agosto, quando alla stazione dei carabinieri del Comune di Centro Valle Intelvi si è presentato un ex addetto della Rsa, deciso a raccontare e formalizzare in una denuncia tutto ciò di cui era stato testimone nel periodo della sua permanenza tra le mura della casa di riposo.
Da allora i carabinieri hanno raccolto una notevole quantità di materiale audio e video, a cui vanno aggiunte conversazioni e contenuti ritenuti penalmente rilevanti, che a quanto pare gli indagati si scambiavano via smartphone o via social.
I degenti, circa 150, resteranno per il momento nella Rsa, che oggi ha ricevuto anche la visita dei carabinieri del Nas. In un caso la Procura contesta anche l’esercizio abusivo della professione infermieristica. La direzione della struttura, dalla sua nascita nel 1998 punto di riferimento per la comunità della Valle d’Intelvi, in una comunicazione inviata ieri a tutte le famiglie degli ospiti precisa di non avere mai ricevuto segnalazioni che facessero sospettare qualcosa. Inoltre dichiara il “fermo intendimento” di costituirsi parte civile nel futuro procedimento penale.
Redazione Nurse Times
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