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Medici e infermieri dall’estero, Schillaci e Fnomceo in coro: “Subito le regole per il riconoscimento dei titoli”

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“Abbiamo definito una disciplina puntuale per la verifica delle qualifiche, in modo da renderla strutturale, superando quella emergenziale nata con il Covid. Sono state recepite anche osservazioni delle Regioni e quel testo è all’esame della Conferenza Stato-Regioni dall’aprile 2024. Sarebbe auspicabile concludere l’iter di questa Intesa, a tutela della professionalità degli operatori sanitari e soprattutto della salute dei cittadini”. Questa la strada indicata al Sole 24 Ore dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, per porre fine al Far West nel riconoscimento dei titoli degli operatori sanitari extra Ue che vengono a lavorare in Italia.

Schillaci punta a superare le deroghe introdotte durante l’emergenza pandemica, rendendo strutturali le regole per il riconoscimento dei titoli sanitari conseguiti all’estero. Si tratta di misure straordinarie che in epoca Covid hanno consentito alle Regioni di riconoscere in modo semplificato titoli di studio extra Ue per far fronte alla carenza di personale sanitario. Un impianto emergenziale che, secondo il ministro, non può diventare strutturale senza adeguate garanzie di qualità e sicurezza.

Per Schillaci è dunque necessario chiudere una fase caratterizzata da applicazioni disomogenee sul territorio e di approvare l’Intesa Stato-Regioni già definita. L’obiettivo è superare un sistema che ha prodotto differenze tra i percorsi di riconoscimento e rafforzare il ruolo del ministero nella verifica di titoli, formazione e competenze, inclusa la conoscenza della lingua italiana, prevedendo eventuali esami di compensazione.

Anelli (Fnoceo): “Il riconoscimento dei titoli esteri è un passaggio sostanziale, non formale. Subito l’Intesa in Conferenza Stato-Regioni”

Il tema del riconoscimento dei titoli stranieri è riemerso con prepotenza all’indomani del caos generato all’ospedale San Raffaele di Milano dal ricorso a infermieri assunti tramite cooperativa e impiegati nei delicati reparti del padiglione Iceberg. Proprio da questi fatti di cronanaca prende spunto la disamina di Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo).

“A darci ragione, questa volta, non è un tribunale, ma è il giudice più severo e incontestabile: la realtà dei fatti – esordisce Anelli in una nota -. Il riconoscimento dei titoli esteri per i professionisti della salute, la conoscenza della lingua italiana, l’iscrizione agli Albi non sono formalità: sono passaggi sostanziali a tutela della salute dei cittadini”.

“Il caso concreto conferma la fondatezza della linea seguita dalla Fnomceo, che ha contestato in tutte le sedi, comprese quelle giudiziarie, il reclutamento di professionisti esteri senza adeguate garanzie di controllo delle competenze professionali e linguistiche. Il giudice si è già pronunciato due volte sul tema, accogliendo, con le sentenze del Tar Lombardia del 15 settembre, il ricorso Fnomceo nel merito e annullando in parte la delibera in materia della regione Lombardia, laddove ‘obliterava in concreto la verifica sostanziale delle competenze dei professionisti con qualifiche conseguite all’estero’. E ancora, pochi giorni fa, il 27 novembre scorso, sospendendo in via cautelare l’efficacia di analoga delibera della regione Veneto, con l’ordinanza 588 del Tar regionale”.

Conclude Anelli: “È urgente, ora più che mai, l’approvazione dell’Intesa ferma in Conferenza Stato-Regioni, che prevede, da parte di commissioni istituite presso le Regioni, una verifica sostanziale e uniforme dei titoli conseguiti all’estero e l’iscrizione agli albi italiani, che avviene a seguito del superamento di un esame di conoscenza della nostra lingua. E questo a tutela della salute dei cittadini, che devono essere tutti uguali di fronte alla salute e non possono scontare il prezzo di organizzazioni e programmazioni errate, che hanno portato all’attuale carenza di professionisti”.

Redazione Nurse Times

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