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Liste d’attesa, Bottega (Nursind): “Per ridurle va modificata la legge sulle professioni”

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Congresso nazionale Nursind, Bottega confermato alla guida del sindacato
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“Condividiamo, naturalmente, l’obiettivo di abbattere i tempi delle prestazioni sanitarie, ma questo disegno di legge presenta criticità e carenze che rischiano di produrre l’effetto opposto”. Lo ha evidenziato Andrea Bottega, segretario nazionale del sindacato Nursind, audito ieri sera in Commissione Affari sociali e sanità del Senato sul Ddl liste d’attesa.

Proprio riguardo alle carenze Bottega ha segnalato innanzitutto un ordine del giorno approvato con il decreto gemello, non recepito nell’attuale provvedimento: “Il Parlamento ha impegnato il Governo su una modifica alla legge in materia di professioni sanitarie (la n. 42 del 1999), che consentirebbe di riconoscere attività ad oggi assegnate formalmente ai medici, ma frequentemente svolte dagli infermieri. È una modifica che auspichiamo, perché non solo valorizzerebbe una professione ormai in caduta libera sul fronte dell’appeal, ma favorirebbe anche l’implementazione di soluzioni organizzative efficaci per ridurre le liste d’attesa e ottimizzare l’impiego del tempo medico per le prime visite”.

Uno degli articoli del ddl sul quale il sindacato ha invitato i commissari a riflettere è il primo (“Disposizioni in materia di prescrizione ed erogazione delle prestazioni di specialistica ambulatoriale”). “Parlare del medico cui compete ‘in maniera esclusiva’ la diagnosi – ha avvertito Bottega – rischia di stravolgere una prassi consolidata da decenni in ambito sanitario, ignorando così le diagnosi effettuate dallo psicologo, piuttosto che dallo stesso infermiere”.

E ancora: “Chiediamo di specificare che si parla di diagnosi medica o di stralciare il termine ‘esclusiva’. In caso contrario, infatti, tutto il sistema legato al sovraffollamento dei pronto soccorso dovrebbe essere rivisto, mentre andrebbero addirittura eliminati modelli come il triage intra-ospedaliero, dal momento che le attività svolte dagli infermieri, che implicano una valutazione clinica, finirebbero per configurare il reato di esercizio abusivo della professione medica”.

Se il Nursind, infine, ha valutato positivamente l’articolo 9 (“Riorganizzazione della rete dei laboratori del Servizio sanitario nazionale”), e anzi ha invitato “Commissione e Governo a sviluppare ulteriormente questa opportunità”, ha stroncato invece le misure in materia di approvazione dei bilanci degli Ordini professionali (articolo 13). “Dare agli Ordini la possibilità di decidere autonomamente, attraverso il consiglio direttivo, l’aumento della tassa annuale da versare e di approvare il bilancio, senza alcun confronto con gli iscritti e senza essere soggetti alla valutazione della Corte dei conti è a tutti gli effetti una misura antidemocratica”, ha concluso Bottega.

Redazione Nurse Times

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