Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta firmata dagli operatori socio-sanitari Marianna Casella, Maria Luisa Busco, Vincenza Borrelli, Gianfranco Oliveri e indirizzata al ministro Schillaci.
Illustre Ministro Orazio Schillaci,
a distanza di 23 anni dall’istituzione del nostro profilo di operatore socio-sanitario (oss) emergono in noi spontanei interrogativi sul percorso di integrazione nei processi di cura, ad oggi vissuti e ancor più sulle eventuali prospettive di crescita e di valorizzazione che l’ordinamento ci offrirebbe.
Le scrive un gruppo di operatori socio-sanitari che prestano servizio presso l’A.O.U. Consorziale Policlinico – Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII di Bari, appassionati e innamorati del lavoro che svolgono, e come ogni passione la coltiviamo e sogniamo di apportare miglioramenti per il mondo degli oss nella nostra Bari e nella nostra nazione.
Partiamo dal presupposto scontato che il tempo trascorso ha lasciato inalterato lo stato delle cose che segnano il ruolo dell’oss, una figura oggi ritenuta dal microcosmo sanitario imprescindibile nei vari ambiti pubblici e privati. Tanto ci induce a riflettere sulla nostra identità professionale su cui si erige funesto un muro invalicabile che ci impedisce e soffoca la nostra voglia di crescere ed esprimere appieno la nostra identità socio sanitaria.
Eppure è da anni che il mondo politico promette agli oss una riforma del profilo, finalizzata a rilanciarne il ruolo con una reale prospettiva di crescita professionale. Non le nascondiamo che in alcune situzioni ci troviamo dinanzi quasi a una crisi d’identita professionale, a volte sovrastimati in altre esattamente il contrario.
L’atto che istituisce la figura dell’oss e ne descrive in modo puntuale e attento le competenze, gli ambiti della figura, attribuisce a noi l’occuparsi dei bisogni primari della persona, e la condivisione con gli infermieri della presa in carico delle persone e svolgere determinate attività in autonomia (esempio rilevazioni dei parametri ecc.).
Illustre Ministro, dopo 23 anni noi crediamo sia cosa giusta adeguare la figura dell’oss ai tempi odierni e alle mutate esigenze del Ssn, cui necessita di una figura altamente preparata per affrontare le sfide future, noi oss chiediamo che innanzitutto venga istituito un albo professionale, e che il ruolo degli operatori socio-sanitari abbia le stesse competenze, sia in ambito sociosanitario che sociale, da Nord a Sud.
Bisogna essere costruttori di un futuro nuovo definendo un aggiornamento del profilo professionale, con una definizione attenta degli ambiti di competenza nonché anche gli oss, il diritto-dovere di poter accedere a specifici corsi di formazione che spesso deve cercarsi in autonomia. Noi riteniamo opportuno che venga reso accessibile e obbligatorio il sistema Ecm anche a noi oss.
Abbiamo seguito da organi di stampa il tentativo di alcune Regioni del Nord Italia di valorizzare la figura professionali con appositi atti normativi regionali, noi crediamo che le competenze e le valorizzazioni devono essere accessibili ed eque in tutte le regioni del nostro Paese, non sono le divisioni che hanno mai portato a dei risultati, né tantomeno possono esserci oss di seria A e oss di serie B.
In 23 anni siamo stati spesso disillusi, si è parlato spesso del corso oss complementare ovvero la terza S, ma non ne ha visto mai l’applicazione e l’inquadramento contrattuale, tanti colleghi hanno fatto molti sacrifici e si sono privati di altro per conseguire specifici corsi oss complementari, ovviamente tutti in modalità autofinanziati, senza mai vedere risultati.
Noi chiediamo di essere ascoltati, di essere ricevuti, di essere quel contenitore di idee che può aiutare con l’esposizione delle criticità pratiche, ad aiutare i preposti ad una revisione costruttiva della figura e non essere sempre rappresentati molto spesso da soggetti che non hanno mai avuto il nostro pass fiduciario.
La presente lettera aperta vuole essere elemento di unione e miglioramento per le condizioni attuali per gli operatori socio-sanitari, è incocepibile continuare a viaggiare senza bussola in un mare così aperto. In alcune regioni agli oss vengono attribuite mansioni ausiliarie, in altre addirittura attribuite mansioni che ricordano anche se lontanamente il vecchio infermiere generico.
Signor Ministro, la ringraziamo fin da ora per l’attenzione che vorrà darci e con le occasione le porgiamo distinti saluti.
Redazione Nurse Times
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