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Veneto, mancano gli oss: avanti con gli esami di “riparazione” per chi non ha superato la prova di qualifica

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Nursind e Opi Pordenone: "Gli oss con formazione complementare non possono sostituire gli infermieri"
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In Veneto hanno preso il via gli esami di “riparazione” per coloro che non hanno superato la prova per accedere alla qualifica di operatori socio-sanitari (oss). L’iniziativa è partita da Treviso, dove 21 dei 32 candidati “di ritorno” sono stati promossi, ottenendo il titolo abilitativo. Altre sessioni sono in programma a giugno e a ottobre 2024.

In questo modo la sanità regionale cerca di recuperare personale per le corsie degli ospedali, che fanno registrare una carenza di circa 3.500 oss. Gli enti individuati dalla Regione Veneto per gli esami di recupero sono l’Enaip e il Codess.

L’esame di riparazione, che si può svolgere una sola volta, ha luogo esattamente come quello di qualifica: prova scritta con 40 domande a risposta chiusa. Chi supera la prova scritta accede alla prova orale-pratica, con quesiti teorici in ambito sociosanitario e l’esecuzione di una procedura in cui vengono valutate: completezza e organizzazione del materiale, sequenza delle azioni, padronanza dei “gesti” e rispetto delle norme igieniche e di sicurezza.

Dal dicembre 2021 al 14 dicembre 2023 sono stati complessivamente 147 i corsi avviati nelle diverse province del Veneto: 28 a Padova, 16 a Treviso, 24 a Venezia, 6 a Belluno, 8 a Rovigo, 15 a Vicenza, 22 a Verona. I corsisti sono stati 3.471, di cui il 15% stranieri, l’85% donna e il 65% con un titolo di studio superiore, come il diploma o la laurea. Tra questi, circa il 7% non era riuscito a superare l’esame di qualifica.

Dopo aver cambiato il modello di programmazione, tra il 2021 e il 2022 la scelta è stata quella di prevedere tre sessioni di recupero l’anno (febbraio, giugno, ottobre) a cui si sono iscritti molti candidati che nei 24 mesi precedenti non avevano superato la prova di abilitazione. Dei 32 candidati che non hanno superato l’esame di qualifica in una sessione ordinaria e si sono iscritti alla prima sessione di recupero, due terzi sono riusciti a raggiungere il traguardo.

“La scelta della Regione Veneto di prevedere una seconda possibilità per questi operatori – ha detto l’assessore regionale alla Formazione, Elena Donazzan – è stata lungimirante, perché ha intercettato le esigenze del territorio, rispondendo alla necessità di reperire nuovi professionisti, e ha potuto dare soddisfazione alle aspirazioni professionali di tante persone motivate all’interno della regione. Ci sono molte ragioni per le quali un candidato può fallire una prova: emozione, problemi personali, difficoltà linguistiche. Era importante non disperdere il capitale umano e l’investimento formativo di 1.000 ore”.

Questo, invece, il commento dell’assessore alla Sanità della Regione Veneto, Manuela Lanzarin: “Una scelta funzionale a supportare il carico assistenziale in un momento di grave carenza di personale. Nei prossimi anni, solo nelle Ulss, si prevede l’uscita per pensionamento di quasi 500 oss, e di circa 1.100 nelle strutture dell’area anziani e disabilità. Entrambi i valori sono destinati ad aumentare ulteriormente con la crescita dell’età media. La Regione, dando la possibilità di svolgere esami di recupero, è in grado di dare un’ulteriore risposta a questo fabbisogno. Una risposta importante, attraverso la formazione mirata direttamente sulle esigenze dei territori”.

Redazione Nurse Times

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