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Lean and goal setting: un nuovo modello di efficienza in sanità

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Da oltre 10 anni le ASL vedono ridurre sempre più i loro budget di anno in anno. Molto spesso per far fronte alla carenza di risorse economiche alcune ASL sono costrette a tagliare, purtroppo, sui servizi al cittadino penalizzando difatti le fasce più deboli, cioè quelle persone che un’assistenza sanitaria privata non possono permettersela.

L’obiettivo ambizioso, invece, è migliorare l’efficentamento delle ASL riducendo gli sprechi liberando risorse da utilizzare per salvaguardare i servizi al cittadino.

La strada che molti Istituti di Cura privati e alcune ASL stanno perseguendo è l’efficentamento della loro gestione aziendale attraverso il Lean Management.
La teoria lean nasce negli anni ’50 in Toyota e nei primi anni 2000 comincia a diventare un modello di gestione aziendale utilizzato anche in sanità.

Pioniere di questa teoria in ambito sanitario è stato l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano) che da diversi anni ormai è impegnato in un processo di miglioramento continuo (kaizen) dei servizi e di riduzione degli sprechi (muda).

Negli ultimi anni anche diverse ASL e Aziende Ospedaliere hanno sposato questa teoria, come quelle di Firenze e Siena che stanno, appunto, lavorando in questa direzione.
I principi su cui si basa il Lean Management sono semplici: il punto di partenza e l’identificazione degli sprechi per poi eliminarli e produrre di più con un minor consumo di risorse. Il punto di partenza della caccia allo spreco è “l’identificazione di ciò che vale”.

Il consumo di risorse e giustificato solo per produrre valore altrimenti è spreco (MUDA).

Sono queste le premesse che nel settembre 2015 mi hanno spinto a realizzare un lavoro di tesi proprio su questo argomento.

Ma nella mia idea di modello di gestione aziendale ho scelto anche di coniugare ai principi del Lean Management quelli del Goal Setting.

Secondo i principi del Goal Setting, il comportamento umano è guidato (cioè motivato) da scopi o obiettivi. Fissare degli obiettivi chiari e stimolanti ha effetti positivi sulla produttività lavorativa.

Stabilire obiettivi difficili da raggiungere ha effetti positivi sulle prestazioni/produttività in presenza di condizioni quali: abilità e competenze specifiche, sostegno da parte della dirigenza, impegno, feedback sui processi effettuati, ricompensa!

Il mio progetto di tesi ha raccolto subito il consenso e l’interesse del direttore sanitario del presidio ospedaliero oggetto dello studio. All’U.O. di Neurochirurgia che si è prestata per questo progetto di tesi, al raggiungimento dell’obiettivo prefissato, sono stati anche promessi dei presidi medici di cui la stessa era carente.

Lo spreco che ho individuato riguarda la gestione dei rifiuti a rischio infettivo. Spesso ci si imbatte in infermieri, medici, tecnici, operatori sanitari di supporto in genere, che hanno scarse o inadeguate conoscenze sulla corretta discriminazione del rifiuto a rischio infettivo.

L’improprio conferimento di materiale non infettivo nei contenitori a rischio infettivo porta ad un danno erariale consistente, derivato dall’alto costo di smaltimento degli stessi.

Dopo aver effettuato un intero mese di training con il team dell’U.O., i risultati non sono tardati ad arrivare, infatti, in poco tempo abbiamo ottenuto una riduzione sostanziale del numero e del peso dei contenitori a rischio infettivo. Il risparmio medio per la sola Unità Operativa presa in considerazione, si è attestato intorno ai 600 euro al mese.

Da maggio 2016 l’U.O. di Neurochirurgia del Presidio Ospedaliero Lorenzo Bonomo di Andria, grazie a questo progetto di tesi ha fatto risparmiare alla ASL BAT circa euro 4800.

I risultati sono più che incoraggianti e ben fanno intuire il cospicuo risparmio che si avrebbe se tale progetto fosse esteso a tutta la ASL o ad esempio in tutte le Aziende Sanitarie Italiane che con conferiscono alla perfezione i rifiuti.

I risultati di questo progetto di tesi che sono stati discussi a novembre 2016 durante la mia seduta di Laurea in infermieristica presso l’Università degli studi di Foggia, saranno prossimamente presentati anche all’attenzione del direttore sanitario dell’ASL BAT, sensibile su tale tematica, e saranno oggetto a breve di una richiesta di pubblicazione scientifica.

La riuscita di questo progetto di tesi pone le basi per una rivalutazione completa del modello di gestione aziendale oggi utilizzato dalla maggior parte delle ASL che possono pensare di liberare risorse per attrezzare i propri reparti con nuovi presidi non impegnando alcun capitolo di spesa, ma bensì andando a individuare ed eliminare gli sprechi che non rappresentano alcun valore aggiunto all’erogazione dell’assistenza ospedaliera.

In ultimo desidero ringraziare il mio relatore di tesi, dott. Leonardo Di Leo, la coordinatrice infermieristica, Dott.ssa Maddalena Amorese, e tutta l’U.O. di Neurochirurgia del Presidio Ospedaliero Bonomo di Andria per aver creduto e lavorato insieme a me per la buona riuscita di questo progetto di tesi.

GIACOMO DITRIZIO – dottore in infermieristica

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