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“Le competenze specialistiche degli infermieri di famiglia e comunità dell’Azienda sanitaria di Biella: dalle cure domiciliari alla Centrale operativa territoriale”

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Infermiere di famiglia o comunità, ecco le Linee di indirizzo Agenas
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Il documento/esperienza è stato pubblicato sulla rivista L’Infermiere – Organo ufficiale della Fnopi.

L’infermiere di famiglia e comunità (IFeC) è la figura professionale di riferimento che assicura l’assistenza infermieristica, ai diversi livelli di complessità, in collaborazione con tutti i professionisti presenti nella comunità in cui opera, per rispondere a nuovi bisogni attuali o potenziali (PNRR 2021)…

Contestualizzazione dell’esperienza

L’Azienda sanitaria locale di Biella (ASL BI) garantisce le cure domiciliari attraverso un sistema territoriale che riesce a raggiungere in maniera diffusa tutta la popolazione residente, con una presenza infermieristica sia a domicilio che nei molti ambulatori periferici quotidiana e per dodici ore, garantendo la continuità delle cure (figura 1).

L’attività prevalente è di presa in carico di persone che vengono segnalate per bisogni assistenziali attraverso la prescrizione del Medico di medicina generale (MMG). La presa in cura prevede la valutazione della persona e della famiglia nel suo sistema integrato e mira a favorire l’empowerment del nucleo famigliare nei percorsi di salute e a costruire fiducia, inoltre si è consolidata nel tempo una forte integrazione con i servizi sociali territoriali per i casi più complessi.

Con questi presupposti favorevoli e l’aumento degli infermieri che accedono ai percorsi post- laurea specifici, è stata possibile l’implementazione degli IFeC nei servizi di cure domiciliari. Questo ha permesso di avviare diversi progetti in ambito di promozione della salute, cronicità e fragilità, con particolare attenzione alla fascia over 65 anni, sia a livello ambulatoriale che comunitario, con progetti dedicati alla popolazione delle scuole dell’infanzia e primarie.

Il modello operativo adottato dalle cure domiciliari dell’ASL BI risulta positivo anche dallo studio AIDOMUS-IT 2023-24, non solo per l’alto numero di IFeC in possesso di titolo di studio specifico post laurea (54%), superiore alla media del Piemonte (37%) e della media degli intervistati (26%), ma anche per il gradimento espresso dalle persone assistite in termini di tempestività di attivazione (67% nello stesso giorno della richiesta), ascolto ed empatia (88%) e più in generale il 60% degli intervistati si ritiene molto soddisfatto del servizio.

In questo contesto decisamente positivo, nel mese di luglio 2023, in seguito all’emanazione del DM 77/2022, è stata attivata la Centrale Operativa Territoriale (COT)…

Figura 1 – Territorio e distribuzione delle strutture distrettuali dell’ASL BI.

Obiettivo del progetto

L’obiettivo è stato quello non solo di adempiere alla legge, istituendo la COT come da DM77 per garantire la continuità delle cure, ma anche di utilizzare le competenze degli IFeC sui temi di prevenzione e promozione della salute, presa in carico delle persone fragili e con patologie croniche in tutti i contesti di vita e con una forte integrazione con le amministrazioni locali e il terzo settore.

Di seguito il documento/esperienza completo.

Redazione Nurse Times

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