Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin giovedì 10 aprile ha autorizzato l’avvio dell’iter per acquisire il parere degli altri Ministeri al fine di approvare la proposta di Accordo Stato – Regioni con il quale verranno definite nuove competenze avanzate e specialistiche per gli infermieri. Nei mesi scorsi le competenze infermieristiche “avanzate” hanno raccolto opinioni diverse da parte di soggetti istituzionali, diversità trasversali che attraversano sia le rappresentanze sindacali infermieristiche, sia gli esperti tecnici e ministeriali del settore.
Cercheremo di sintetizzare le opinioni espresse delle varie parti, emerse da interventi degli interessati sulle più note testate giornalistiche on-line del settore.
di Chiara D’Angelo e Giuseppe Papagni
Saverio Andreula, Presidente Collegio Ipasvi Bari (fonte Quotidiano Sanità, del 29/9/13). Il presidente esprime le sue perplessita_ sullo strumento giuridico utilizzato (accordo stato regioni) “rispetto ad altri strumenti legislativi” o leggi gia_ presenti nel nostro ordinamento come la legge 42/99 (ampiamente disattesa) per lo sviluppo dell’Infermiere specialista e sulle modalita_ d’attuazione del testo dell’accordo, avanzando dubbi sul raggiungimento concreto degli obiettivi indicati nell’accordo. Alcuni passaggi normativi fondamentali che avrebbero avuto una loro valenza sull’implementazione e sviluppo delle competenze partendo, quindi, dalle universita_ attraverso la definizione di ordinamenti didattici a valere su tutto il territorio nazionale costantemente e dinamicamente rivisti e resi compatibili con lo sviluppo dei sistemi sanitari escludendo cosi_ la possibilita_ di definizioni locali negli ambiti applicativi delle stesse. Esprime dubbi sulla capacita_ dell’accordo di sviluppare un logico e conseguente riconoscimento contrattuale economico, derivante dall’aumento dei carichi di responsabilita_. Critico verso le posizioni rigide dell’intersindacale medica. Le sue proposte innovare l’ordinamento universitario; verificare la concreta applicazione “sul campo” dei vantati processi di rinnovamento che “avrebbero” riguardato la professione infermieristica con i cosi detti nuovi e professionalizzanti percorsi formativi introdotti con i nuovi ordinamenti didattici universitari (laurea di I e II livello), ridefinire le organizzazioni sanitarie ancora troppo medico-centriche. E’ stato il primo a proporre “cabine di regia” coordinate dal Ministero della Salute, cui assegnare il ruolo di verifica applicativa degli indirizzi contenuti nell’accordo, per superare lo stallo normativo rappresentato dal veto dell’intersindacale medica.
Luca Benci, giurista, professore a contratto presso l’Universita_ degli studi di Firenze per i corsi di laurea specialistica delle classi di laurea delle professioni sanitarie (Quotidiano Sanità del 19/1/14). Il prof. Benci si limita ad un’analisi giuridica del documento sulle competenze avanzate. Evidenzia tre aspetti (legge 42/99 con l’istituzione del profilo professionale, gli ordinamenti didattici, il codice deontologico) da cui si ricava il campo proprio di attivita_ e di responsabilita_ dell’infermiere. Indica 4 vie normative percorribili: 1) legge 42 o la normazione secondaria relativa alla modifica del profilo professionale; 2) l’integrazione di un atto normativo della Conferenza Stato Regioni a normativa stata- le invariata; 3) l’integrazione al profilo professionale con un nuovo decreto ministeriale relativo alle sole competenze avanzate; 4) la riconducibilita_ delle competenze avanzate all’attuale sistema di abilitazione all’esercizio professionale attraverso operazioni meramente interpretative. Indicando la seconda come l’unica piu_ legittimata ad intervenire, il prof. Benci delinea quali debbano essere le tappe normative tali da sviluppare competenze che non debbano essere relegate alle sole esperienze regionali (‘see and treat’, triage avanzato, medicazioni avanzate, ecc.) che riguarda solo una parte ultraminoritaria della professione infermieristica e delle organizzazioni sanitarie, ma che puntino a “migliorare la presa in carico della persona, la continuita_ assistenziale tra ospedale e territorio, il governo dei bisogni assistenziali, sanitari e socio sanitari delle persone, delle famiglie e della comunita_ assistita”. Dubbi su una bozza, dove non compare mai l’espressione competenze avanzate e che demanda alle regioni e province autonome la revisione dei modelli organizzativi. Critico sull’istituzione dell’Osservatorio (con funzione strettamente professionale) e la Cabina di regia (con funzione piu_ strettamente sindacale) dove invece le funzioni professionali e sindacali si sovrappongono in entrambi gli organismi dando luogo ad una commistione ed una duplicazione di funzioni.
Intersindacale medica (ANAAO ASSOMED – CIMO-ASMD – AAROI-EMAC – FVM – FASSID – CISL MEDICI – FESMED – ANPO – ASCOTI-FIALS MEDICI – AUPI – SINAFO) (Quotidiano Sanità del 20/9/13). Il 20 novembre una lettera a firma dei sindacati medici inviata al Ministro della Salute, esprimeva i propri dubbi sulla bozza dell’implementazione delle competenze avanzate infermieristiche presentata dal ministero il 28 ottobre, evidenziando troppe criticita_ di carattere normativo e giuridico necessarie di modifiche, di fatto bloccando l’iter normativo. Nella missiva si intravede uno sconfinamento negli ambiti di competenza, contestando il contenitore normativo (accordo stato regioni) che porterebbero a differenziazioni regionali. Lo stesso dicasi per la formazione rilevando ampia discrezionalita_ formativa che porterebbe ad una disomogeneita_ applicativa sul territorio nazionale. Viene difesa la potesta_ certificatoria che la legge riserva esclusivamente ai medici, sostenendo che la compilazione infermieristica della scheda di triage in P.S. o di emergenza territoriale non rappresenta una certificazione stilata da pubblico ufficiale, bensi_ trattasi secondo la legge di un’attestazione redatta da incaricato di pubblico servizio. Con un’ulteriore lettera del 7/1/14 l’intersindacale medica pur ribadendo la propria contrarieta_ alla bozza presentata dal ministero, si sarebbe dichiarata disponibile a firmare il protocollo istitutivo della “cabina di regia”, che si propone di facilitare la comprensione, la condivisione e il coinvolgimento di tutti i professionisti sanitari nella ridefinizione e attualizzazione del sistema delle relazioni interprofessionali.
Silvestro Annalisa, presidente Federazione Nazionale Collegi Ipasvi (28/1/14 www. ipasvi.it). Indicata come una seconda “rivoluzione” per la professione infermieristica, dopo il passaggio altrettanto importante del 1999 con la legge 42, la presidente Silvestro si dice ottimista sul prosieguo dell’iter normativo, che portera_ alla valorizzazione professionale, tappa importante anche per le rappresentanze sindacali, competenze avanzate che un domani potranno essere la “piattaforma” per rivendicazioni organizzative oltre che economiche. Un aumento delle competenze ed una futura rivalutazione contrattuale che al momento la legge impedisce. Ribadisce il concetto per cui il processo diagnostico-terapeutico e_ di competenza del medico, mentre quello assistenziale e_ di competenza dell’infermiere. Strumento normativo utilizzato quello della Conferenza stato regioni preferibile ad altri che altrimenti avrebbero insabbiato tutto.
CGIL – CISL – UIL (Quotidiano Sanità). Per le tre sigle sindacali l’accordo sulle competenze avanzate e_ senza dubbio “un passo importante”, il “naturale riconoscimento dell’evoluzione professionale” e “uno strumento indispensabile per adeguare i percorsi di cura ai nuovi bisogni di salute”. I tre maggiori sindacati sostengono con assoluta fermezza l’indifferibilita_ dell’accordo e la necessita_ di istituire un “tavolo congiunto per la verifica dei profili professionali sanitari esistenti in un’ottica di ampliamento delle competenze”, al fine di pervenire alla definizione di un nuovo quadro di competenze in grado da un lato di soddisfare la necessita_ di offrire prestazioni adeguate ai bisogni dei cittadini, dall’altro di rendere economicamente sostenibile il sistema. Per CGIL CISL e UIL si tratta di portare a termine il lavoro di due anni di concertazione con il Ministero e l’ordine professionale, un’occasione da non perdere e che non ammette proroghe per non vanificare il percorso sin qui fatto anche sul versante della difficile affermazione della non subalternita_ della professione infermieristica rispetto a quella medica.
Ministero della Salute (fonte www.infermieristicamente.it). Sulla stessa linea di pensiero il Ministero della Salute, che per voce del sottosegretario Paolo Fadda e del prof. Francesco Saverio Proia ribadisce la necessita_ dell’evoluzione del quadro di definizione delle competenze sanitarie che porti all’ampliamento delle competenze infermieristiche per ragioni di ordine organizzativo, gestionale, di buon senso: “l’implementazione delle competenze delle professioni sanitarie infermieristiche e_ emersa come una necessita_ strategica per lo stesso sistema sanitario nazionale attraverso un convinto e approfondito dibattito e ragionamento sviluppato all’interno delle componenti piu_ avanzate della stessa categoria medica, fatto proprio e sviluppato poi dalle Regioni e dal Ministero della Salute e divenuto patrimonio del sindacato del comparto sanita_ e dalle rappresentanze professionali”. E’ la risposta all’impegno che il Ministero aveva assunto nei confronti degli assessorati regionali per far fronte al contenzioso in essere fra la professione infermieristica e quella medica. Anche a fronte delle dure prese di posizione dell’intersindacale medica (che teme un passaggio tout court di competenze dai medici agli infermieri attraverso la sostanziale sostituzione dei primi con i secondi, maggiori responsabilita_ dei medici per l’operato degli infermieri, anarchia nella definizione delle competenze delegata a livello regionale, sconfinamento nell’atto medico, ecc.), il Ministero pare intenzionato a istituire una cabina di regia permanente che coinvolga tutte le professioni sanitarie e non solo quelle infermieristiche: “e_ evidente che l’accordo sulle competenze avanzate e quello sulla cabina di regia sono tra loro interconnessi ed interagenti” afferma, infatti, Proia.
NurSind (Quotidiano Sanità). Sul fronte sindacale il NurSind, pur riconoscendo la valenza positiva dell’accordo (alla cui stesura non ha preso parte non essendovi stato coinvolto), ritiene che non si tratti, comunque, della panacea ai mali della professione, anche se la definizione delle competenze avanzate costituisce in ogni caso una necessita_ per il completamento del quadro disegnato dalla legge 43/2006 sull’infermiere specialista. Il Segretario Andrea Bottega si dice scettico sulla reale portata della “rivoluzione” e, soprattutto, sulla sua capacita_ di dare risposta a quelle che sono le difficolta_ che minano le basi della professione e delle condizioni di lavoro degli infermieri: “disoccupazione infermieristica giovanile, l’usura di chi lavora e la carenza delle dotazioni organiche, questi sono i problemi di cui dovremmo preoccuparci e occuparci perche_ sono determinanti per la qualita_ dell’assistenza infermieristica oggi”. Secondo Bottega gli infermieri, negli anni, si sono conquistati, nei fatti, delle competenze avanzate, dovendo occupare e gestire da unici protagonisti, gli spazi lasciati vuoti dalla dirigenza medica nelle relazioni con il paziente, nell’accoglienza, nel supporto nei processi di cura e di guarigione. Bottega non risparmia le sue perplessita_ nemmeno riguardo al metodo seguito nel confronto: “l’aver spinto la discussione interna alle professioni sanitarie dai luoghi istituzionali ai luoghi pubblici (convegni e quotidiani on line o settimanali) non per fini divulgativi o per raccogliere fattivi contributi ma strumentali alle istituzioni che ciascuno degli attori rappresenta, ritengo non giovi al bene comune dei professionisti e dei cittadini. Il confronto ha modi e luoghi dove si puo_ esprimere e puo_ essere produttivo”.
Ivan Cavicchi (fonte www.infermieristicamente.it). Anche uno dei maggiori esperti in materia, il prof. Ivan Cavicchi, bolla, senza mezzi termini, l’accordo. Secondo Cavicchi si tratta di un passaggio privo di pulsione vera al cambiamento, figlio di un metodo che non parte da quello che invece dovrebbe essere l’oggetto vero della discussione: l’opera, ovvero quello che gli attori del sistema, attraverso le loro competenze e l’organizzazione, devono produrre. Secondo il professore si tratta, invece, di ripensare l’intera “opera”, andando oltre la “post ausiliarieta_” in cui ora si trova la professione infermieristica e oltre la quale ritiene non potra_ essere traghettata da questo accordo: “purtroppo, a parte queste proposte, non vedo all’orizzonte una strategia per andare oltre la post ausiliarieta_, vedo solo maldestri tentativi di conviverci e di razionalizzarla con conquiste ausiliarie quali ad esempio, le competenze avanzate”. Bisogna capire e definire cosa dev’essere l’infermiere (e il medico), prima di creare gli strumenti di cui dovra_ disporre. Il rischio concreto (ed il limite di questa ipotesi) – secondo Cavicchi – consiste nella possibilita_ di ulteriori tensioni fra le professioni e nell’accollamento gratuito a carico degli infermieri (anzi, a carico solo di alcuni di essi) di ulteriori competenze e responsabilita_ senza che il sistema evolva verso una maggiore consapevolezza e un maggiore coinvolgimento di tutti i professionisti e non solo di alcuni, lasciando peraltro inascoltata la necessita_ di evolvere di molti. Condanna la rete di resistenze che questo processo, che lui vorrebbe, trova invece nella realta_, nei protagonisti delle decisioni: “la brutta sensazione di un dispotismo strisciante, brutto sgradevole che chiude le bocche e, in fondo, la grande massa degli infermieri nella loro post ausiliarieta_”.
L’articolo è stato pubblicato sul periodico FILODIRETTO dei Collegi Ipasvi delle Province di Bari e Barletta Andria Trani (CLICCA QUI)
Saverio Proia: “Mi auguro che questa così importante innovazione potrà avere una condivisione unitaria, di regia del SSN tra Ministero della Salute, Regioni, Sindacati e Rappresentanze professionali e scientifiche tale da dare l’avvio ad un’evoluzione organica ed armonica di tutta la sanità , con il protagonismo plurale dei professionisti della salute e di tutto il personale delle Aziende e Istituzioni Sanitarie che, nel meglio declinare l’organizzazione del lavoro al progresso scientifico e tecnologico, accetti la attuale sfida di ottimizzare, qualificare e razionalizzare la spesa sanitaria”
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