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Lavorare come infermiere in casa di riposo “gettati al vento i principi appresi in università”

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Lavorare come infermiera in casa di riposo "gettati al vento i principi appresi in università"
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Continuano ad arrivare al nostro indirizzo mail ([email protected]) le testimonianze di tantissimi infermieri impegnati nelle varie strutture sanitarie (case di riposo, Rsa, Rssa, ecc.) italiane

Questa che vi proponiamo è la testimonianza di una infermiera.


Salve, vi scrivo dopo aver letto l’articolo della casa di riposo e vi ringrazio per i risultati che sono emersi che avete pubblicato.

Sono una neolaureata e lavoro da poco in una casa di riposo in cui vedo gettati al vento tutti i principi appresi e tanto studiati nei tre anni di università.

Lo scenario che mi si presenta davanti è veramente raccapricciante: presenza infermieristica di 12 ore al giorno, un infermiere per 55 pazienti, tranne la mattina che sono in due.

La terapia viene sempre preparata uno o due giorni prima e quasi sempre chi prepara non è chi somministra.

Durante la notte eventuali terapie delle ore 22/al bisogno vengono somministrate da personale OSS senza la supervisione infermieristica.

Ma è veramente questo quello che vogliamo? Il tutto ovviamente regolamentato dalla legge regionale che prevede 20 minuti di assistenza a paziente.

E oltre al danno, pure la beffa: il mio contratto “Anci Uneba” mi inquadra come “OPERAIA CON MANSIONE DI INFERMIERA PROFESSIONALE”.

Rabbrividisco. Veramente è questo quello che devo vedere e sopportare dopo aver studiato tre anni?
Per non parlare della parte burocratica, in cui vengono a mancare qualsiasi tipo di protocollo, specie per le medicazioni delle piaghe da decubito.
Scusate lo sfogo, ma è veramente uno schifo.
Testimonianza di una casa di riposo nelle Marche.


Una testimonianza che fa rabbrividire ed allo stesso tempo dovrebbe allarmare le autorità regionali che accreditano le strutture sanitarie.

Lanciamo un appello alle rappresentanze politico professionali, affinché il grido di disperazione di questa collega non rimanga inascoltato!

Redazione NurseTimes

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