Siamo nel bel mezzo della Settimana mondiale dell’allattamento materno (1-7 ottobre). Vediamo come e quanto tale pratica è diffusa sul pianeta.
Dal 1° al 7 ottobre si celebra la Settimana mondiale dell’allattamento materno, organizzata dalla World Alliance for Breastfeeding Action (Alleanza mondiale per interventi a favore dell’allattamento). Quest’ultima riunisce individui, reti e organizzazioni che proteggono, promuovono e sostengono l’allattamento al seno, ed è basata sulla Dichiarazione degli innocenti e sulla Strategia globale per l’alimentazione dei neonati e dei bambini, promosse dall’Oms e dell’Unicef.
Ogni anno è proposto un tema diverso, utile a promovuore e diffondere l’importanza dell’allattamento al seno, che contribuisce a uno sviluppo sano dei bambini. In Italia, secondo i dati di La Leche League, l’85% dei bimbi viene allattato alla nascita, ma solo il 19% prosegue per i quattro-sei mesi consigliati. Negli ospedali italiani, nonostante sia promosso l’allattamento al seno, non esiste una solida rete di sostegno per le neo-mamme. Nel nostro Paese si utlizzano normalmente tettarelle e soluzioni glucosate per calmare la fame dei neonati, subito appagata con latte artificiale quando sembra ingestibile per una mamma a volte solo inesperta.
Sin dagli albori, nelle diverse parti del mondo, l’allattamento al seno era gestito in maniera differente, secondo le credenze e culture di ogni popolo. Nell’antico Egitto i bambini succhiavano il seno fino ai tre anni, mentre nella biblica terra d’Israele fino ai due. A Sparta, nel IV secolo a.C., l’allattamento era imposto per legge, mentre in Finlandia si punivano le donne che non avevano allattato se il loro piccolo moriva prima dei sei mesi. All’inizio del Novecento le donne cinesi e giapponesi allattavano i bambini fino a cinque-sei anni. Ma il vero record appartiene agli eschimesi, che offrivano il latte ai loro figli fino alla pubertà. Facciamo un rapido giro del mondo per conoscere i diversi approcci culturali e sociali sull’allattamento al seno oggi.
Namibia – In Namibia l’allattamento al seno è pratica comune. Il 71% dei bambini namibiani è allattato al seno alla nascita. Il 65% delle mamme allatta al seno fino a 12-15 mesi.
Perù – ll 97% delle mamme peruviane allattano al momento della nascita e il 60% allatta esclusivamente al seno fino ai cinque mesi del bimbo. Il 95% allatta al seno per una media di 20 mesi. Il Perù è stato uno dei primi Stati a firmare i documenti dell’Oms per restringere il marketing dei prodotti artificiali. Lì si può liberamente allattare in pubblico, scoprendo i seni senza nessun tabù o pudore.
Sierra Leone – Uno dei posti dove la mortalità infantile è molto alta e dove l’allattamento al seno è bassissimo. Si crede per credenza popolare che il colostro sia velenoso e sono introdotti prestissimo i cibi solidi. Il 51% dei bambini è allattato al seno alla nascita, ma solo l11% prosegue per cinque mesi.
India – Anche in India si crede che il colostro sia velenoso e viene scartato. Il 95% degli indiani è allattato alla nascita, ma solo il 46% dei bimbi continua a essere allattato esclusivamente al seno .
Australia – I bambini australiani vengono svezzati con cibi solidi già a cinque mesi di vita. A sei mesi solo il 14% dei bimbi viene allattato esclusivamente al seno.
Marocco – Uno dei Paesi dove l’allattamento al seno è una pratica storicamente condivisa (in alcune zone ancora oggi). I bimbi allattati al seno dalla stessa donna diventavano come fratelli e non potevano sposarsi tra loro.
Laos – Nel Laos vi è un’alta mortalità infantile relativa a un allattamento al seno inappropriato e all’introduzione prematura di cibi solidi. Non dimentichiamo che grandi multinazionali del latte artificale promuovono i loro prodotti anche in questi Paesi in via di sviluppo, dove la preprazione è eseguita in condizioni igieniche poco idonee, contribuendo alla mortalità infantile.
Pigmei Aka – Una tribù nomade di cacciatori africani ha invece rivoluzionato l’idea di allattamento, estendendolo anche agli uomini. Per loro i ruoli di donne e uomini sono infatti totalmente intercambiabili. Capita, allora, che mentre le donne sono a caccia gli uomini si occupino dei bambini, anche allattandoli in attesa del ritorno delle madri.
Valeria Pischetola
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