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India, 63 manici di cucchiaio ingeriti in un anno: l’incredibile storia di un uomo affetto da picacismo

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India, 63 manici di cucchiaio ingeriti in un anno: l'incredibile storia di un uomo affetto da picacismo
spoon handles removed from stomach. Credit: Dr Rakesh Khurana
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Per estrarre gli oggetti dallo stomaco i medici dell’ospedale di Uttar Pradesh hanno dovuto praticare numerose incisioni all’addome.

Ha dell’incredibile quanto accaduto a Uttar Pradesh (India), dove un 32enne è giunto di corsa in ospedale in preda a dolori lancinanti. Il motivo? Aveva ben 63 manici di cucchiaio nello stomaco, individuati tramite appositi esami diagnostici e poi estratti uno alla volta praticando numerose incisioni all’addome. Li aveva ingeriti di proposito, nell’arco di un anno intero e ora è ricoverato in terapia intensiva.

Stando al racconto dei famigliari, si sarebbe nutrito di cucchiai, asportandone l’ovale, mentre era in cura in un centro specializzato per la tossicodipendenza. Un particolare, questo, che ha permesso ai medici di dare un nome alla pericolosa abitudine del paziente: picacismo (o disturbo di pica).

Si tratta di un disturbo del comportamento alimentare che porta a mangiare cose non commestibili: dal terreno al sapone, ma anche colla, gesso, ghiaccio, mozziconi di sigaretta e oggetti in piombo. Prende il nome dal latino “pica”, altro nome della gazza, nota per avere l’abitudine di beccare oggetti che non sono alimenti. Può essere dettato da carenze nutrizionali, in genere da anemia (mancanza di ferro), e per questo è diffuso tra le donne incinte e tra i bambini, nei quali può rappresentare anche un campanello d’allarme per intolleranze come la celiachia.

Non di rado il picacismo colpisce chi ha problemi mentali. Ed è proprio in tali soggetti che tende a provocare danni molto gravi. La storia che arriva dall’India non è una novità assoluta. Un anno fa, in Egitto, un paziente era stato ricoverato per forti dolori addominali e poi si è scoperto che aveva ingerito un cellulare. Era nel suo stomaco da sei mesi, ma non aveva mai avuto il coraggio di confessarlo.

Redazione Nurse Times

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