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La dott.ssa Nadalin Consuelo consegue il master in Assistenza Infermieristica in Area Intensiva e dell’Emergenza presso l’Università degli Studi di Padova.
Abstract
Introduzione/Background: La donazione di organi e tessuti offre un trattamento insostituibile ed efficace alle migliaia di cittadini italiani affetti da gravissime insufficienze d’organo e in lista d’attesa di trapianto. Finalità principale della Rete Nazionale Trapianti è l’incremento delle donazioni di organi nel rispetto dei principi etici, della normativa e dei criteri clinici di sicurezza e qualità. Il ‘Programma Nazionale Donazione di Organi 2018-2020’ invita al potenziamento del procurement di organi e tessuti, e per raggiungere tale obiettivo l’Azienda-Ospedale Università di Padova (AOUPD) si sta impegnando nel monitoraggio costante delle Terapie Intensive e dei possibili donatori degenti anche in unità operative non intensive, oltre che nella formazione continua del personale e nell’attivazione del protocollo di donazione di organi a cuore fermo. L’infermiere specializzato in area critica ed esperto del processo di donazione collabora nelle attività del Coordinamento Locale per i Trapianti, nel mantenimento del potenziale donatore in Terapia Intensiva e nei colloqui con i familiari.
Problema: Dall’osservazione dei dati riportati nel sito internet del NITp si evince che in Azienda Sanitaria Friuli Occidentale (ASFO) nel 2021 c’è stato un decremento dell’attività di procurement, con solo 5 accertamenti di morte con criteri neurologici tra i quali 2 opposizioni alla donazione. L’ASFO attualmente non dispone di un sistema di monitoraggio dei potenziali donatori di organi e tessuti ricoverati nelle unità di degenza non intensive, né di quelli ricoverati nelle unità di degenza che accolgono pazienti con patologie cerebrovascolari, quali Stroke Unit e Neurologia, e nelle quali è più probabile che si verifichino decessi conseguenti a patologie cerebrali.
Proposta di miglioramento
Al fine di potenziare il procurement in ASFO si analizzano tre strategie, quali: il monitoraggio quotidiano dei potenziali donatori di organi e tessuti ricoverati in realtà extraintensive attraverso la valutazione dei referti di consulenze neurologiche e TAC cerebrali; l’implementazione della proposta formativa interna per il personale sanitario dipendente aumentando il numero delle date dei corsi, variando le sedi ed innovando i metodi formativi; la collaborazione con la piattaforma delle cure palliative e del fine vita con l’obiettivo di creare un percorso orientato ad una limitazione dei trattamenti di supporto vitale per quelle persone con patologie allo stadio terminale avanzato e perseguendo la volontà espressa dal paziente stesso.
Conclusione
Il fabbisogno di trapianti non viene completamente soddisfatto, molti pazienti attendono anni prima di riuscire ad accedere a questa terapia ed alcuni muoiono in lista d’attesa.Non tutti i potenziali donatori vengono identificati all’interno degli ospedali ed una quota rilevante di casi manifesta opposizione alla donazione in vita oppure da parte dei familiari aventi diritto. Oltre al potenziamento del procurement risulta fondamentale sviluppare capacità comunicative efficaci, dal momento del ricovero fino a quello dell’informazione sulla possibilità di donazione, al fine di ridurre al minimo il tasso di opposizione. Il colloquio per verificare insieme le scelte donative è una delle poche forme di dialogo in cui il curante non conosce e non può prevedere le reazioni e le parole dei singoli membri della famiglia; questo può richiedere fatica dal punto di vista empatico ed emotivo, e per tale ragione rivestono un’importanza rilevante la collaborazione, il supporto e la condivisione tra colleghi. Inoltre, la comunicazione e l’informazione inerenti le tematiche di donazione e trapianto vanno rivolte non solo ai professionisti sanitari e ai familiari dei possibili donatori, ma a tutti i cittadini, col fine di promuovere la “cultura del dono”.
Dott.ssa Nadalin Consuelo
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