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Intelligenza artificale, l’Unione europea riflette sull’implementazione nella pratica clinica

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Intelligenza artificiale vs medici in carne e ossa: chi risponde meglio alle domande dei pazienti?
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Di seguito un articolo pubblicato su AboutPharma da Vincenzo Salvatore, ordinario di Diritto dell’Unione europea all’Università degli studi dell’Insubria (Varese) e partner dello studio legale Simmons & Simmons (Healthcare and Life Sciences).

I sistemi sanitari europei stanno affrontando sfide complesse, tra cui l’aumento della domanda di assistenza dovuto all’invecchiamento della popolazione, la crescente prevalenza di malattie croniche e complesse, l’incremento dei costi e la carenza di personale sanitario. Il corretto impiego di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale può senz’altro rappresentare uno strumento prezioso per affrontare queste sfide, offrendo il potenziale per migliorare l’efficienza operativa, ridurre il carico amministrativo e avanzare i percorsi diagnostici e terapeutici. Nonostante il potenziale e la disponibilità di strumenti basati sull’AI, la sua implementazione nella pratica clinica viaggia però ancora a rilento.

Un settore (già) in crescita nell’Unione europea

Uno studio commissionato dalla Direzione generale per la Salute e pubblicato dalla Commissione dimostra come l’Unione europea sia in una posizione unica per sostenere l’espansione sicura, efficace, etica ed equa dell’intelligenza artificiale nell’assistenza sanitaria: bilanciando l’innovazione con la salvaguardia dei diritti fondamentali dei pazienti.

Il documento, intitolato “Studio sull’implementazione dell’intelligenza artificiale nell’assistenza sanitaria”, è stato elaborato come esito dell’analisi della letteratura e della consultazione di cinque gruppi di lavoro costituiti da pazienti e associazioni di pazienti, professionisti sanitari, rappresentanti ospedalieri, sviluppatori di intelligenza artificiale ed esperti di regolamentazione.

Tutto ciò è confluito nell’interessante rapporto finale di 241 pagine, dal quale si evince come l’interesse per l’impiego dell’intelligenza artificiale nell’assistenza sanitaria sia in costante e rapida crescita nell’Unione europea (dai 33 progetti di ricerca finanziati nel 2015 a 85 nel 2022; dai sei brevetti registrati nel 2016 ai 122 nel 2024; dall’aumento esponenziale di studi clinici basati sull’intelligenza artificiale e sul machine learning dal 2014 al 2024).

Ma sono ancora tante le sfide da affrontare

Lo studio mette tuttavia in luce come siano numerose le sfide da affrontare sul piano tecnologico, infrastrutturale, normativo, organizzativo, sociale e culturale. In particolare, l’Unione europea sconta ritardi nel processo di standardizzazione dei dati e nella loro interoperabilità, nonché un contesto normativo non sempre coordinato e coerente nell’interazione fra le diverse discipline applicabili (si pensi solo al regolamento sull’intelligenza artificiale, a quello sulla tutela dei dati personali e a quello istitutivo dello spazio europeo dei dati sanitari).

Per non dire delle lacune normative connesse a una mancanza di disciplina sui profili di responsabilità per danni causati a terzi dall’impiego dell’intelligenza artificiale. Ancora, sotto il profilo economico, vengono evidenziate le sfide connesse agli elevati costi di implementazione e alla mancanza di chiari meccanismi di rimborso, nonché alla carenza di valutazioni complete del valore aggiunto connesso all’impiego dell’intelligenza artificiale rispetto alle soluzioni esistenti.

Non ultimo, si segnala come (dal punto di vista sociale e culturale) siano ancora diffusi, sia fra i medici sia fra i pazienti, dubbi e perplessità sull’accuratezza delle decisioni diagnostiche o terapeutiche assunte sulla base dei sistemi di intelligenza artificiale, almeno in parte generati da un non adeguato livello di alfabetizzazione digitale dei professionisti sanitari, preoccupati tra l’altro che l’uso dell’intelligenza artificiale possa compromettere la relazione medico-paziente.

Come migliorare l’integrazione dell’intelligenza artificiale nella sanità europea

Venendo alle proposte, lo studio sollecita l’adozione di iniziative volte rispettivamente a:

  • Stabilire la definizione di standard comuni per la governance dei dati e l’interoperabilità in tutti i sistemi sanitari europei.
  • Istituire centri di eccellenza per l’intelligenza artificiale nell’assistenza sanitaria che fungano da hub per talenti e risorse, offrendo programmi di formazione avanzati, promuovendo l’alfabetizzazione digitale pubblica e facilitando la collaborazione.
  • Consolidare i finanziamenti e introdurre meccanismi di finanziamento per supportare priorità strategiche specifiche.
  • Introdurre test di prestazione locali, valutazione del valore aggiunto nel mondo reale e monitoraggio post-implementazione degli strumenti di intelligenza artificiale, con la possibile creazione di “laboratori di garanzia”.
  • Sviluppare un catalogo di soluzioni nell’assistenza sanitaria che funga da repository centralizzato con metriche di prestazione dettagliate, recensioni degli utenti e risorse informative.

Redazione Nurse Times

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