Di seguito la nota con cui l’Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale (Uneba) illustra il progetto.
Costruire percorsi di ingresso regolare in Italia di personale sociosanitario formato in istituzioni educative estere. In particolare, operatori socio-sanitari (oss), in modo da garantire flussi costanti di personale, selezionato e motivato, che lavori a lungo termine nelle strutture per persone fragili, a partire da quelle associate a Uneba. Questo è il nuovo progetto a cui stanno lavorando Uneba Veneto e Uneba.
Il presidente di Uneba Veneto, Francesco Facci, lo presenterà venerdì 11 ottobre 2024 al convegno Uneba nazionale “Valori e valore nella cura della persona anziana”.
L’obbiettivo del progetto? Il bene di tutte le persone e delle realtà coinvolte. In particolare:
• Il bene degli enti Uneba, e in particolare di chi ha la responsabilità di guidarle, per aiutarli ad affrontare una crisi di personale senza precedenti. Una situazione drammatica, perché senza personale non c’è cura. E senza personale non c’è futuro per le strutture. Certo, il progetto non ambisce a essere la soluzione definitiva, né l’unica, di questa situazione, ma può dare un concreto contributo.
• Il bene delle persone fragili, perché mette al loro fianco personale formato e perché grazie a questo personale rsa, centri diurni, nuclei Alzheimer e tutti i servizi per la non autosufficienza, ad esempio, potranno continuare ad esistere. Anche se, certo, la distanza culturale e linguistica tra chi cura e chi è curato richiederà ad entrambe le parti uno sforzo extra di pazienza ed impegno per essere colmato.
• Il bene di uomini e donne con una formazione da operatore socio-sanitario o analoghi svolta in altri stati o altri continenti. A loro il progetto vorrebbe offrire un posto di lavoro stabile e garantito in Italia, in enti dove c’è gran bisogno di loro, e un’opportunità di formazione sul campo, in strutture che hanno esperienza e competenza nel settore. Oltre che un’alternativa ad ingressi in Italia e Unione Europea per vie pericolose e fuori dalla legalità.
Come fare a trovare oss esteri, e oss esteri validi?
La scelta di Uneba Veneto è di cercare accordi diretti con strutture formative cristiane. Con strutture in Peru e Sri Lanka ci sono già avanzati contatti. Altri certamente seguiranno.
Perché questo progetto si realizza adesso?
Non solo per l’urgenza della carenza di personale, ma pure per il mutato quadro legislativo. La legge 50/23 di conversione del cosiddetto Decreto Cutro, modificando l’articolo 23 del Testo Unico sull’Immigrazione (d.lgs 286/98), ha stabilito che gli ingressi in Italia di cittadini non-Ue formati all’estero sono al di fuori delle quote del decreto flussi, se i programmi di formazione professionale e civico linguistica hanno l’approvazione del ministero del Lavoro.
Il progetto è ambizioso, e gli obbiettivi non semplici da raggiungere. Alla difficoltà dell’integrazione di lavoratori stranieri nel sistema di lavoro delle strutture si aggiunge l’insieme di attività e adempimenti da svolgere per il reclutamento di personale sanitario dall’estero: sia per ottenere il riconoscimento del titolo di studio ottenuto all’estero, sia per la “formazione civico linguistica”, anche in modalità Fad, che la legge 50/23 richiede, sia per l’ottenimento del visto d’ingresso e l’arrivo in Italia.
Non è facile, ma è necessario: sono sfide ineludibili per continuare a garantire ai più fragili tra noi l’assistenza di cui hanno bisogno. Provvedimenti come la modifica all’articolo 23 del Testo Unico sono, nostro giudizio, un passo nella giusta direzione, cioè per rispondere alle reali necessità della nostra società. Fondamentale è, da un lato, che il provvedimento non venga depotenziato, e dall’altro che il mondo del lavoro, a partire da noi di Uneba, sappia coglierne le opportunità.
Per informazioni sul progetto: [email protected]
Redazione Nurse Times
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