Proponiamo un contributo a cura dei colleghi Maria Lucia Chiatti e Alessandro Aguzzi, Cdl di infermieristica dell’Università degli studi di Perugia
La sanità del XXI secolo si è rinnovata e sviluppata principalmente a causa di fenomeni quali evoluzione delle tecnologie, aumento della domanda sanitaria e invecchiamento progressivo della popolazione mondiale. Nasce così la necessità di un’assistenza globale che non tratti solo il paziente acuto ma che si estenda anche alla cura del malato cronico permettendo ad ognuno un’assistenza personalizzata, anche a distanza, nel rispetto dell’appropriatezza e della competenza nelle cure.
L’avvento della Telemedicina ha permesso tutto ciò: prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione e monitoraggio, non solo attraverso strumenti convenzionali, ma anche attraverso strumenti informatici d’avanguardia che permettono la gestione a distanza di varie tipologie di paziente.
La Telemedicina oggi si può applicare a tutto, necessita solo di una connessione internet e di un dispositivo elettronico attuale (telefoni cellulari, PC, tablet, etc.). Dall’altra parte del dispositivo è presente un medico che offre diagnosi e terapia. Se invece dietro ci fosse un infermiere?
Le abilità dell’infermiere gli permettono di adattarsi anche a realtà come questa, ma soprattutto le sue competenze gli consentono di essere dall’altra parte del dispositivo ed occuparsi di attività quali prevenzione, riabilitazione e cura, proprio come affermato nel Profilo Professionale (DM 739/94), articolo 1 comma 2, “l’assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa, e di natura tecnica, relazionale, educativa”.
Non tutti oggi sono a conoscenza della pratica infermieristica che consente all’operatore di evolversi assieme alla tecnologia, però esiste e viene definita Telenursing. Il termine stesso fa comprendere l’associazione che c’è dietro, ma non ne fa emergere le potenzialità: è Telenursing tutto ciò che consente all’infermiere di monitorare, prevenire e curare il paziente stabilendone comunque una relazione terapeutica. È evidente che il metodo “face to face” è più efficace per instaurare una relazione di questo tipo perché quando si ha una persona di fronte, si tende ad essere sé stessi e ad esternare le emozioni, al contrario, nella Telemedicina e nel Telenursing, invece, si ha un intermezzo, dunque il paziente potrebbe non essere sé stesso, recitare una parte o non riuscire ad aprirsi, impedendo in parte la realizzazione della relazione terapeutica.
Ogni nuovo progetto ha delle sfide di fronte: man a mano che il Telenursing prenderà piede in tutte le realtà, cittadine e rurali, le persone avranno sempre meno timore di queste pratiche all’avanguardia, fino a farle diventare pane quotidiano. Tra qualche anno probabilmente non si farà neanche più la fila dal dottore e parlare con il proprio medico non sarà più un problema per chi è allettato o ha grandi problemi di mobilità. La carezza, il supporto e la competenza dell’infermiere, quando si è fisicamente vicini, rimarranno in quanto questa nuova pratica non riguarda l’ospedalizzazione: se è necessario recarsi in nosocomio per un ricovero, si può godere ancora della tradizionale assistenza infermieristica.
Tuttavia, i vantaggi che portano il Telenursing e la Telemedicina, in campi al di fuori del ricovero, sono numerosi. Innanzitutto comportano un’equità di accesso alle cure perché, sia chi vive in zone facilmente raggiungibili, sia chi si trova in zone rurali, può permettersi di avere un contatto con il proprio medico o infermiere di fiducia e avere, anche da remoto, l’accesso ai servizi sanitari e un’assistenza qualificata. Inoltre questo sistema rende possibile la fruizione di consulenze da parte di medici di ospedali distanti, che siano in Italia, in Europa o nel resto del mondo, tramite l’utilizzo di webcam per effettuare video-conferenze. Altro punto importante riguarda la spesa economica sanitaria: utilizzando questa metodica telematica le evidenze dimostrano che c’è una minor percentuale di ri-ospedalizzazione dei pazienti affetti da malattie croniche, una diminuzione del numero di ricoveri nelle case di cura nonché una riduzione notevole degli spostamenti sia dei sanitari sia dei pazienti.
Tutto ciò è considerato vantaggioso poiché se si paragona la spesa economica tradizionale di un solo paziente, la quale consiste in spostamenti con l’ausilio di ambulanze, consulenze mediche in ospedale o ambulatorio, attività di infermieri e tecnici e le possibili ri-ospedalizzazioni, con la spesa di un paziente che usufruisce di tutte le agevolazioni nascenti, il risultato è abbastanza chiaro. Inoltre questi servizi sono risultati vantaggiosi anche in fatto di cronicità e di autogestione.
Con il termine Self-Care si intendono “le attività che gli individui, le famiglie e le comunità intraprendono con l’intenzione di migliorare la propria salute, prevenire le malattie, limitare i danni e i sintomi delle patologie e ristorare il proprio stato di salute” (OMS). Da tale definizione è chiaro come il Self-Care non faccia riferimento solo alla cura effettuata direttamente dalla persona su di sé, ma sia un concetto allargato anche alle cure fornite ad una persona da parte di altri. Gli “altri” che collaborano possono essere i caregiver informali (familiari, amici, volontari) oppure caregiver formali come i professionisti sanitari che supportano le persone e la famiglia nella gestione dell’autocura, collaborando con loro per mantiene sempre la responsabilità della cura.
La malattia cronica è sempre in evoluzione, dunque rendere consapevole il paziente della cura, della gestione e dell’evoluzione della propria patologia, consente ad entrambe le parti di collaborare per avere un’assistenza globale ottimale. Il Telenursing mette a disposizione video informativi per l’educazione sanitaria, applicazioni per pc o telefoni nel quale il paziente, inserendo i propri parametri vitali, riceve una risposta in tempo reale dall’operatore a distanza, inoltre concede follow-up telefonici o tramite SMS.
Dunque un paziente affetto da patologia cronica, che sa di dover convivere con tale situazione ma sa anche di dover comunicare e incontrare spesso medici ed infermieri, potrà usufruire dei mezzi concessi dal Telenursing per agevolare e facilitare l’autogestione. Per esempio potrà monitorare autonomamente i parametri vitali attraverso apparecchi medicali che sono collegati con l’applicazione di riferimento, può effettuare calcoli come quello della dose insulinica in base ai valori glicemici recepiti, oppure può guardare video informativi, registrati da sanitari, nei quali verrà spiegato dettagliatamente in cosa consiste l’autocura specifica del paziente, o video ancor più focalizzati sulla medicazione di una ferita, sulla somministrazione di un farmaco, sul cambio di una placca per stomie.
Il Telenursing può promuovere tali atteggiamenti, poiché l’infermiere ha anche la funzione di educatore dei sani stili di vita, oltre ad una funzione tecnica e relazionale. La promozione dell’auto-cura, inoltre, si sviluppa assieme alla relazione terapeutica con il paziente poiché esso tende a fidarsi sempre di più di chi gli fornisce consigli utili alla gestione quotidiana della propria malattia e che dunque lo aiuta nella vita di tutti i giorni.
Il Telenursing rappresenta il futuro: le evoluzioni che si stanno compiendo porteranno a questo tipo di assistenza. Alcune realtà già attuano questo tipo di servizio, ricevendo feedback positivi grazie alla facilità d’uso e al comfort offerto al paziente.
Maria Lucia Chiatti
Alessandro Aguzzi
Lascia un commento