Le letture sono come gli amori: alcune ti entrano lentamente nel cuore, altre sono un colpo di fulmine
Al termine di un turno di notte, nel quale ci si accorge che la stanchezza non è ancora insostenibile, ma la risposta del corpo non è più quella che si aveva a vent’anni (vado ormai per i quaranta), mi sale alla mente una riflessione su un articolo letto qualche giorno sul Nursing Standard, il settimanale del sindacato inglese RCN, il più grande d’Europa con i suoi 400.000 iscritti.
Raccontando una esperienza personale, …. Una delle principali articoliste, porta alla luce una schizofrenia quanto mai attuale ai nostri tempi.
Mentre in Italia, infatti, si esulta per aver fissato la barra per l’età pensionabile a 66 anni e 7 mesi, ed in Inghilterra si discute addirittura se sia opportune estendere il limite a 70 anni, incentivando persino gli infermieri già pensionati a tornare al lavoro offrendo orari flessibili, d’altra parte gli stessi limiti d’età, qualora si soffra di una condizione cronico-degenerativa, possono rendere la stessa persona, perfettamente idonea al lavoro e non pensionabile, un anziano fragile ed a rischio.
Una contraddizione tanto evidente quanto ben nascosta, come la famosa polvere sotto il tappeto.
E’ evidente che tale contraddizione deve essere supertax, poichè se è vero che i sistemi pensionistici pubblici, in primis quello italiano, rischiano il collasso per effetto di decenni di programmazioni previdenziali scellerate, è altrettanto vero che questo peso non può essere interamente a carico della generazione nata negli anni Sessanta, quella del boom economico in Italia e del baby boom in Inghilterra.
Una generazione, peraltro, che vive una condizione tra l’incudine ed il martello, poichè contribuisce oggi al finanziamento delle pensioni delle generazioni precedenti, ma rischia a sua volta di veder sfumare la propria, complice (involontaria) una generazione, la mia (e quella successive, dei ventenni), ridotta alla sopravvivenza quotidiana dal precariato e dallo sfruttamento in regime di subappalto.
Come risolvere questa schizophrenia?
Mentre il tempo scorre, non esiste una ricetta semplice. Da anni, tuttavia, si levano voci sempre più insistenti che urlano la necessità di maggiori investimenti pubblici, per ripristinare un adeguato turn-over, un rimpiazzo dell’attuale forza lavoro infermieristica con le nuove generazioni, ma con contratti stabili, che offrano alle stesse una programmazione sicura del proprio futuro ed una contribuzione previdenziale adeguata.
Il precariato e la “flessibilità hanno già fallito!
Luigi D’onofrio
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