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Massimo Randolfi

Infermieri, impariamo dai ‘guerrieri’ disabili gravissimi…

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Sarebbe la 17esima protesta dei disabili gravissimi davanti al Ministero delle Finanze, quella prevista per domattina (mercoledì 30 novembre) a Roma. Manifestazioni estreme, queste, che avvengono oramai da diversi anni e che, purtroppo, hanno causato anche la morte di un malato (Raffaele Pennacchio, nel 2013).

Stavolta, però, forse la protesta dei malati in carrozzina e connessi ai respiratori meccanici sarà evitata: in un comunicato stampa (VEDI) del Comitato 16 Novembre (la onlus organizzatrice dell’evento, VEDI intervista alla vicepresidente Lamanna) pubblicato oggi, si legge che “Il ministro Poletti e il sottosegretario Biondelli vogliono scongiurare i pericoli cui andranno incontro domani i disabili gravissimi presenti sotto il Mef; pertanto, memori della tragedia verificatasi nel 2013 a seguito di una manifestazione, hanno convocato un Tavolo Straordinario per discutere a proposito delle richieste del Comitato e “ci hanno chiesto di invitare i disabili gravissimi ad attendere l’esito del tavolo straordinario nei loro alberghi; così si legge nel comunicato.

Non tutti, come era prevedibile, hanno accettato l’invito: la presidente del Comitato 16 Novembre Laura Flamini, malata di SLA, immobile, sulla sua carrozzina e col suo (purtroppo) inseparabile ventilatore meccanico, sarà in prima linea davanti al Mef mentre una delegazione della onlus andrà a ‘sedersi’ al Tavolo.

Un’altra vittoria dei ‘guerrieri’ disabili gravissimi, quindi?

Sembrerebbe proprio di sì: dopo la richiesta di aumento del fondo per la non Autosufficienza, dopo aver lanciato il presidio e chiesto al Governo un impegno serio di aumento del Fondo… la convocazione di questo Tavolo Straordinario, previsto per le ore 9:00 di domattina, con invito ai disabili gravissimi a non lasciare gli hotels, fa sicuramente ben sperare.

Perché per essere ascoltati, in questo paese, purtroppo, serve clamore… tanto clamore. Servono l’indignazione della gente, il coinvolgimento dei media, minacce concrete e alcune forme di protesta estreme. Assurdo? No, in Italia non lo è… conoscete per caso altri paesi dove i disabili gravissimi, affetti da patologie terribili, connessi a presidi tecnologici per poter sopravvivere, sono costretti a scendere in piazza per ricevere attenzione e per rivendicare il diritto a un’assistenza dignitosa?

Tutto ciò è molto triste e veramente preoccupante, in un paese che ama tanto definirsi civile/moderno e dove forse qualche soldino in più per la salute ci sarebbe ancora; visto che, ad esempio, il nostro ottimista premier Renzi scorrazza per il mondo con un aereo di Stato (costo=76mila euro al giorno?!) pagato dai cittadini.

E a proposito di salute, di dignità, di disabilità gravissima e di protesta… in un’intervista concessami qualche mese prima di morire (VEDI), il segretario del Comitato 16 Novembre, il ‘comandante’ Tore Usala (malato di SLA anche lui), che tanto si è battuto per migliorare la qualità di vita dei malati cronici gravissimi, così mi disse a proposito della situazione dei professionisti dell’assistenza italiani: “È necessario che gli infermieri tutti si organizzino per riconquistare la giusta dignità. Non siete carne da macello!

Le sue parole mi fecero riflettere parecchio. Il battagliero e granitico Tore, da paziente (assistito da anni negli ospedali e sul territorio), conosceva oramai bene la nostra categoria e si era reso conto di quanto questa in realtà fosse varia, frastagliata, in balìa di sé stessa, decisamente divisa e molto difficile da unificare, ma… ci ha comunque sbattuto in faccia un obiettivo comune per poterci provare, il buon Tore: una “giusta” dignità da riconquistare. A tutti i costi.

Quand’è, allora, che noi infermieri italiani esploderemo sul serio e, accantonando per qualche attimo il nostro rinsecchito orticello e le diversità insite nella categoria, riusciremo finalmente a fare blocco e a farci sentire contro l’insostenibile situazione professionale che stiamo vivendo?!

Organizzarci, farci sentire e batterci con tenacia per migliorare la nostra condizione. Tutti insieme. Questo dovremmo fare. Come fanno e hanno fatto, svariate volte, i disabili gravissimi.

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E se possono scendere in piazza loro……..

Alessio Biondino

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