Grande interesse e molta confusione ammantano il ruolo professionale che l’infermiere Strumentista ricopre nel teatro operatorio, nell’esercizio delle proprie competenze specialistiche.
Il Mito di questa figura professionale è favorito, da una parte, dalla misconoscenza dei profani, e dall’altra, dalla mistificazione da parte degli “addetti ai lavori”.
In primo luogo, è da risolvere l’annoso dilemma semantico dei termini “Ferrista” e “Strumentista”.
Non costituisce offesa l’utilizzo indiscriminato dei due lemmi come sinonimi, bensì limitazione, poiché definente una ristretta competenza professionale. Storicamente la figura del Ferrista si colloca nell’epoca della chirurgia praticata con i soli ferri chirurgici, aghi e fili di sutura. Lo Strumentista rappresenta la naturale evoluzione dell’antesignana figura poiché, oltre ai ferri chirurgici, spazia le proprie competenze nello strumentario chirurgico, nelle apparecchiature elettromedicali, nella robotica, nei presidi medico-chirurgici di ultima generazione, nei tessuti impiantabili e in molto altro ancora. Lo Strumentista è garante e responsabile della “Sterilità”; questa entità astratta ed aleatoria tanto avvocata quanto negletta. Quella “cosa” che, quando c’è, non si vede e quando non c’è, si vede.
Un termine invece da aborrire è “passa ferri” in quanto sminuente e provocatorio.
Volendo rappresentare lo Strumentista con una figura allegorica, si potrebbe attingere a modello lo Stratega o il Consigliere del Condottiero, dove questi è rappresentato dal Chirurgo.
In una descrizione metaforica, lo Stratega/Strumentista si consulta con il Condottiero/Chirurgo per tracciare le strategie d’intervento di un’azione di guerra/intervento chirurgico nel teatro bellico/teatro operatorio.
Lo stratega/strumentista con diplomazia/competenza specialistica allestisce il campo di battaglia/campo operatorio tatticamente/asetticamente e ne risponde in prima persona, tanto in senso positivo, quale garante, tanto in senso negativo, quale responsabile.
A tal fine, predispone le armi/ferri chirurgici e le macchine da guerra/strumentazione chirurgica; da l’assenso all’inizio della battaglia/intervento chirurgico porgendo la spada/bisturi al condottiero/chirurgo, il quale parte alla carica al grido di “INCIDO”.
Ogni stratega/strumentista conosce i limiti e le doti del proprio condottiero/chirurgo e si adopera a predisporre in corsa, le migliori armi/ferri chirurgici e potenti attrezzature/presidi medico-chirurgici.
Durante la battaglia/intervento chirurgico si combatte/opera fianco a fianco, su fronti differenti, sostenendosi l’un l’altro con empatia e complicità, sempre vigili sull’operazione bellica/operazione chirurgica in modo da poter contrastare l’azione, quando questa dovesse volgere verso imprevisti territori limitrofi/organi attigui. Al termine della battaglia/intervento chirurgico si esce quasi sempre vincitori, anche se esausti e sanguinosi, consapevoli di aver partecipato ad un, a volte piccolo, a volte grande, ottenimento.
Il motto dello stratega/strumentista è “SI VIS PACEM, PARA BELLUM”, se vuoi la serenità, preparati alla guerra. Ogni volta che ti accingi ad allestire una battaglia/intervento chirurgico semplice, preparati alla guerra/intervento chirurgico ad alta complessità, perché all’improvviso potresti trovarti di fronte ad un cambio di tattica/conversione dell’intervento chirurgico.
Alla luce di questa similitudine, è facile far comprendere al condottiero/chirurgo, quanto sia dequalificante e deplorevole innanzitutto per lo stratega/strumentista, non avere a disposizione potenti armi/ferri chirurgici ed efficaci mezzi/strumentario chirurgico per poter intraprendere un’azione militare/operazione chirurgica.
Nella mia, seppur breve, ma intensa carriera di Stratega, ho affiancato grandi Condottieri e validi Luogotenenti contribuendo a, a volte piccole, a volte grandi, conquiste. Sempre oggi, e ancora domani, “Si vis pacem, para bellum”
Giuseppe CIVETTA
Infermiere Strumentista
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