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Infermieri di famiglia “fantasma” a Torino: la denuncia del Nursing up

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Delli Carri (Nursing Up Piemonte): “Ispiriamoci all’accordo tra Usl Aosta e parti sociali”
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Che fine hanno fatto gli infermieri di famiglia nell’Asl Città di Torino?

Il Nursing Up invia una richiesta di chiarimenti urgente alla direzione dell’Asl sull’attuazione del progetto per cui sono stati da tempo selezionati 180 infermieri   

Che fine ha fatto il progetto di potenziamento dei servizi infermieristici distrettuali e più specificatamente la creazione della figura dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità nell’Asl Città di Torino? Quale futuro si prospetta per i 180 dipendenti selezionati per questo ruolo, che hanno partecipato all’apposito avviso di mobilità interna del 2021, i quali dopo essere stati impiegati nei centri vaccinali non sono stati mai indirizzati al ruolo specifico di infermieri di famiglia e di comunità per il quale, tra l’altro, molti infermieri, non solo hanno partecipato al Corso regionale appositamente realizzato per questa figura, ma stanno frequentando anche il Master specifico dell’Università di Torino con un non indifferente esborso economico?

Il Nursing Up, sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie, con il segretario sindacale dell’Asl Città di Torino, Fausto Russo, il Segretario Provinciale di Torino, Roberto Aleo, e il Segretario Nursing Up Piemonte, Claudio Delli Carri, ha inviato una richiesta ufficiale di chiarimenti sull’attivazione dell’infermiere di Famiglia e di Comunità, ai vertici aziendali dell’Asl Città di Torino.

Spiegano Claudio Delli Carri, Roberto Aleo e Fausto Russo: “Attendiamo che ci sia data una spiegazione chiara, esaustiva e approfondita sulle ragioni che hanno portato fino ad oggi a non avere alcuna indicazione riguardo al progetto sulla figura dell’Infermiere di Famiglia nell’ASL Città di Torino. Progetto che non è mai stato sottoposto all’attenzione né delle OO.SS né della RSU.  Ci pare un atteggiamento davvero inspiegabile, questo, anche alla luce delle chiare indicazioni della Regione che ha già da tempo formalizzato la creazione di tale figura”. 

“Cosa si aspetta a far partire le attività specifiche degli infermieri di famiglia? – domandano Aleo e Russo -. Per quanto ancora i colleghi che sono stati selezionati nel bando di mobilità interna, e sono ampiamente formati per tale incarico, dovranno essere impiegati nei centri vaccinali o in altre attività che nulla hanno a che fare con la loro preparazione per questa specifica specialità infermieristica? Perché non si rispettano le indicazioni della Regione?”

 “Chiediamo ai vertici aziendali – concludono Aleo, Russo e Delli Carri – un incontro, da tenersi al più presto, in cui ci venga illustrato e si discuta del progetto realizzato dall’ASL Città di Torino per rendere operativa la figura dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità e i tempi di applicazione. E poi, che intenzioni abbia la Direzione relativamente ai dipendenti già selezionati per il ruolo di Infermieri di Famiglia e di Comunità che attualmente, invece, prestano servizio in altre unità operative, o nei centri vaccinali”.

Redazione NurseTimes

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