Il Tribunale di Como ha condannato la signora Melina Fontana a un anno e tre mesi di reclusione (pena sospesa) e a un risarcimento di 7.000 euro per le offese rivolte via social a un infermiere di una Rsa.
Melina Fontana, 53 anni di Barni (Como), è stata condannata per diffamazione ai danni di un infermiere di una Rsa. Durante l’emergenza Covid pubblicò infatti un post su Facebook con cui accusava il professionista di voler “far morire tutti”, compresi i degenti delle struttura in cui lavorara. La donna dovrà scontare un anno e tre mesi di reclusione (pena sospesa) e pagare alla parte offesa 7.000 euro di risarcimento provvisionale.
Nel post, pubblicato il 12 giugno 2020, la signora Fontana identificava pienamente l’infermiere, scrivendone l’indirizzo di casa e il luogo di lavoro, per poi accusarlo di non rispettare la normativa, di andarsene in giro malato e di aver depositato i suoi rifiuti di ammalato vicino alle case degli altri. Sosteneva inoltre di averlo fotografato e che l’uomo aveva fatto sparire moglie e figli prima dello scoppiare della malattia. E aggiungeva: “Ci voleva far morire”.
Le accuse erano rivolte anche al personale sanitario della struttura in generale: “I nonni li uccidono loro, il personale: non hanno cuore”. Infine la signora affermava di aver chiamato carabinieri, medico, sindaco, ma che nessuno le aveva dato retta ed era intervenuto sulle condotte dell’infermiere per salvare le persone anziane dalle contaminazioni. “Facciamo qualcosa!”, esortava nel post. Ovvio che l’infermiere vittima del post, una volta venutone a conoscenza, decise di sporgere denuncia.
Redazione Nurse Times
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