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Il dott. Dell’Orco presenta la tesi dal titolo “Giocare per guarire: il contributo dell’infermiere nella terapia del gioco”

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Il dott. Mauro Dell’Orco presenta la tesi di laurea dal titolo “Giocare per guarire: il contributo dell’infermiere nella terapia del gioco” dissertata presso l’Università degli Studi di Bari

Presentazione della tesi

Il presente elaborato nasce dalla volontà di approfondire un tema che, pur essendo spesso considerato “secondario” in ambito sanitario, riveste un ruolo di fondamentale importanza nel contesto pediatrico: il gioco.

L’ospedale rappresenta per il bambino un ambiente estraneo, talvolta spaventoso, dove il contatto con la malattia, il dolore e le procedure invasive può generare ansia, paura e stress. In questo scenario, il gioco assume una funzione terapeutica, educativa e comunicativa, diventando un potente strumento attraverso cui il bambino può esprimere sé stesso, sentirsi accolto e affrontare in modo più sereno l’esperienza della malattia.

La tesi si articola in una prima parte teorica, in cui viene analizzato il significato del gioco nello sviluppo infantile attraverso l’apporto di alcuni autori fondamentali come Jean Piaget e Lev Vygotskij. Entrambi hanno riconosciuto al gioco un valore centrale nello sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo del bambino, e queste teorie hanno costituito la base concettuale per riflettere sul suo utilizzo in ambito clinico.

Successivamente, si analizzano le principali metodologie di terapia del gioco applicabili in ospedale, tra cui il gioco simbolico (es. bambole e pupazzi), il gioco creativo (disegno, colori), il gioco fisico (movimento, oggetti manipolabili), quello digitale (tablet, app interattive) e il gioco di società. L’obiettivo non è semplicemente distrarre il bambino, ma aiutarlo a rielaborare le proprie emozioni, ridurre la paura, comprendere ciò che gli sta accadendo e, dove possibile, collaborare attivamente al percorso di cura. Al centro del lavoro vi è la figura dell’infermiere, che assume il ruolo di facilitatore e mediatore relazionale.

L’infermiere è infatti il professionista sanitario che, per il tempo e la modalità di relazione, può creare un legame privilegiato con il bambino. È lui che osserva, ascolta, interpreta segnali non verbali e che, attraverso il gioco, può intervenire non solo sul piano emotivo, ma anche educativo e clinico. Il gioco terapeutico diventa quindi uno strumento assistenziale vero e proprio.

Lo studio

La parte sperimentale della tesi consiste in una ricerca condotta tramite la somministrazione di un questionario a 23 infermieri del reparto di oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Giovanni XXIII di Bari. Il questionario è stato ideato con l’obiettivo di raccogliere informazioni circa la conoscenza, l’applicazione, i benefici osservati e le criticità riscontrate nell’uso del gioco terapeutico. I risultati emersi evidenziano una buona consapevolezza da parte degli infermieri riguardo l’utilità del gioco come strumento assistenziale.

La maggior parte del campione afferma di utilizzare il gioco con finalità ben precise, come la riduzione dell’ansia, la preparazione alle procedure e il miglioramento della comunicazione. Tuttavia, emergono anche difficoltà concrete: mancanza di spazi dedicati, scarsità di materiali adatti, assenza di formazione specifica e carenza di sostegno istituzionale. Nella parte finale della tesi vengono proposte alcune strategie concrete per valorizzare la terapia del gioco all’interno della pratica infermieristica quotidiana: la creazione di aree ludiche all’interno dei reparti pediatrici, l’inserimento di personale dedicato (es. educatori, volontari, clown di corsia), la formazione continua del personale infermieristico e l’adozione di strumenti digitali mirati.

Dott. Mauro Dell’Orco

Tesi: “Giocare per guarire: il contributo dell’infermiere nella terapia del gioco”

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