Gentile Direttore,
viene riportato il post della Dott.ssa Barbara Balanzoni, riguardante l’invito a segnalare al NAS – Comando di Roma – eventuali professionisti non medici impegnati nell’esecuzione di tamponi rinofaringei.
Devo ammettere che le occasioni di riscontrare note o commenti “folcloristici” della Dott.ssa Barbara Balanzoni su riviste del settore (Quotidiano Sanità) sono abbastanza frequenti, così come i posizionamenti opposti alle sue affermazioni.
Nel caso specifico il post della Dott.ssa Balanzoni, sicuramente stimatissima professionista, evidenza una ignoranza (nel senso nobile del termine, intendendo con ciò “la mancanza di conoscenza”) relativamente alle norme che regolamentano e disciplinano le professioni sanitarie, ai cambiamenti pesantissimi che hanno interessato i precorsi formativi delle stesse professioni (L-LM-DS-Master I e II liv., DR) e alle normative che regolamentano e disciplinano sia il Sistema, sia le Professioni Sanitarie.
Può essere comprensibile che un Dirigente Medico, molto concentrato sulle azioni quotidiane, sempre di alto valore, complessità e responsabilità, riservi poca attenzione a quello che gli ruota intorno …ma fa male!!
Perché il sistema è multi-professionale e multi-disciplinare e il lavoro di ognuno è interdipendente dal lavoro di altri, tutti con autonomia e responsabilità propria, con l’assoluta necessità di definire le azioni ed i professionisti di riferimento, tenuto conto sia delle caratterizzazioni e specificità professionali, sia delle competenze (certificate) dei singoli.
Anche i principi fissati dalla L. 24/2017 (Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonche’ in materia di responsabilita’ professionale degli esercenti le professioni sanitarie) mirano proprio a favorire lo sviluppo di nuovi modelli organizzativi ed operativi che si traducono nella definizione e condivisione di progetti, percorsi e processi, tenuto conto delle evidenze scientifiche, metodologiche e clinico-assistenziali, e nella loro tracciabilità, a tutela e garanzia degli utenti e degli stessi professionisti.
Di contro, non è comprensibile l’atteggiamento di tutti coloro che calpestano la dignità e la professionalità di altri professionisti, con eccessi di presunzione, prosopopea e saccenza, senza conoscere i ruoli e le responsabilità, con l’unica certezza (sbagliata) dell’organizzazione verticistica, mentre il management moderno privilegia l’organizzazione “a matrice” (orizzontale).
Ancora meno comprensibile il comportamento dei singoli che ignorano il contenuto di passi fondamentale del proprio Codice Deontologico.
In particolare i riferimenti sono l’Art. 66 del C.D. del Medico che recita “Il medico si adopera per favorire la collaborazione, la condivisione e l’integrazione fra tutti i professionisti sanitari coinvolti nel processo di assistenza e di cura, nel rispetto delle reciproche competenze, autonomie e correlate responsabilita. Il medico sostiene la formazione interprofessionale, il miglioramento delle organizzazioni sanitarie nel rispetto delle attività riservate e delle funzioni assegnate e svolte e l’osservanza delle regole deontologiche”, che fa “il paio” con l’Art. 12 del C.D. dell’infermiere, e l’Art. 55 – Informazione Sanitaria – che recita “Il medico promuove e attua un’informazione sanitaria accessibile, trasparente, rigorosa e prudente, fondata sulle conoscenze scientifiche acquisite e non divulga notizie che alimentino aspettative o timori infondati o, in ogni caso, idonee a determinare un pregiudizio dell’interesse generale. … omissis …”
Per una migliore conoscenza, e ad evitare informazioni distorte alla popolazione, il rapporto ISS n. 11/2020 – Raccomandazioni ad interim per il corretto prelievo, conservazione e analisi sul tampone rino/orofaringeo per la diagnosi di COVID-19, specifica “Il tampone rinofaringeo, richiede da parte di operatori sanitari una basilare conoscenza anatomica di questo distretto e della procedura per poter essere eseguito (video tutorial).
Il prelievo viene eseguito in pochi secondi e ha un’invasività minima, originando al più un impercettibile fastidio nel punto di contatto.
La semplicità del prelievo non significa però che possa essere eseguito da chiunque, ma da personale addestrato e specializzato che deve garantire la corretta esecuzione della procedura evitando sia la contaminazione del campione che la raccolta solo del tratto più esterno delle fosse nasali, procedura che inficerebbe il risultato del test molecolare”.
Richiamando ancora i Codici Deontologici, questi sono “strumenti regolatori” fondamentali per l’esercizio professionale, purtroppo non sempre valorizzati in maniera piena e corretta.
L’occasione è utile per analizzare i parallelismi riscontrabili nei Codici Deontologici di Medici ed Infermieri, in particolare:
- la cura e l’ assistenza – Artt. 3 e 4 di entrambi i Codici Deontologici
- la salute e l’ambiente – Art. 5 CD Medico e Art. 7 CD Infermiere
- la qualità professionale e gestionale – Art. 6 CD Medico e Artt. 10-30-31 CD Infermiere
- il governo clinico e l’appropriatezza delle azioni ed interventi – Art. 13 CD Medico e Art. 32 CD Infermiere
- la sicurezza e la formazione – Art. 14 CD Medico e Art. 37 CD Infermiere
- la documentazione clinica – Art. 26 CD Medico e Art. 33 CD Infermiere
- le condivisioni – Art. 66 e indirizzi applicativi Art. 78 CD Medico e Art. 13 CD Infermiere.
Le argomentazioni sopra riportate sono riscontrabili nei Codici Deontologici di Medico e Infermiere e obbligano interazioni, integrazioni e collaborazioni al più alto livello possibile, nel rispetto dei saperi, dei ruoli e delle responsabilità di ognuno, nonchè delle caratterizzazioni e specificità di ogni professione.
La mancanza di rispetto ed i conflitti non servono a niente e a nessuno.
L’auspicio è sempre quello di lavorare e costruire insieme… anche con la Dott.ssa Balanzoni… magari con un atteggiamento più rispettoso e proattivo.
Marcello Bozzi – Segretario ANDPROSAN – Associata COSMED
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