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Fontanafredda (Pordenone), 13 indagati per la morte di un uomo in Rsa. L’accusa: “Cure inadeguate”. Tre infermiere straniere senza abilitazione?

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La Procura di Pordenone ha iscritto 13 persone nel registro degli indagati per la morte di Adriano Marchioro, 83 anni. Dal 23 agosto al 16 settembre l’anziano, originario di Solesino (Padova) e residente a Salgareda (Treviso), era stato ospitato nella Rsa Tre Cuori di Fontanafredda, gestita dal gruppo Sereni Orizzonti, dove avrebbe ricevuto un’assistenza inadeguata. Da qui l’accusa di omicidio colposo nell’esercizio della professione sanitaria.

Il decesso è avvenuto il 22 ottobre nella Rsa di Motta di Livenza (Treviso), dove l’uomo fu trasferito In seguito al peggioramento delle sue condizioni e dove gli fu riscontrata una grave piaga da decubito. L’indagine, partita da un esposto del figlio, coinvolge operatori socio-sanitari, coordinatori e responsabili della gestione del personale nella Rsa di Fontanafredda. Stando a quanto emerso finora, tre infermiere straniere, fornite da cooperative esterne, avrebbero prestato servizio senza essere abilitate all’esercizio della professione in Italia.

Per fare piena luce sulla vicenda la Procura, dopo aver raccolto tutte le documentazioni utili per l’inchiesta, ha disposto l’autopsia sul corpo dell’anziano. Secondo l’ipotesi accusatoria, i sanitari della Rsa di Fontanafredda avrebbero agito “con negligenza, imprudenza o imperizia e in violazione delle linee guida infermieristiche”, senza garantire cure adeguate e senza richiedere l’intervento di personale specializzato. Il gruppo Sereni Orizzonti ha nominato due periti medici legali per avviata un’indagine interna.

Redazione Nurse Times

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1 Commento

  • Premesso che non conosco specificatamente il caso, mi permetto delle osservazioni. Parlare di infermiere straniere “non abilitate” può essere fuorviante. Si tratta di persone provenienti da paesi in cui hanno conseguito il titolo di “infermiere”, ma il percorso di studi non è assimilabile a quello europeo. Spesso si tratta di scuole sanitarie o postliceali che rilasciano titoli simili al concetto di “nurse” e che pertanto sono riconosciuti dallo Stato per l’esercizio della professione in virtù del decreto-legge n. 145/2024. Quindi sono persone abilitate all’esercizio della professione infermieristica in Italia fino al 31/12/2027, ma non iscritte all’Ordine delle Professioni Infermieristiche. Tant’è che non hanno l’obbligo della formazione continua ECM e relativi crediti, di conseguenza non possono nemmeno avere una assicurazione di responsabilità civile e professionale. E’ come se lo Stato dicesse: “so che non sei proprio un infermiere, ma chiudiamo un occhio per un pò”. Come coordinatore infermieristico di uno Studio Associato sono venuto a contatto con diverse infermiere e infermieri stranieri non iscritti all’OPI, posso assicurare che le competenze professionali, tecniche e relazionali che possiedono non consentono in alcun modo di operare in ambito sanitario senza mettere a rischio la sicurezza degli assistiti.

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