Non solo insulina e test per monitorare la glicemia. Per la prevenzione e la cura del diabete c’è un altro potente farmaco: la camminata.
Una “medicina” efficace, passo dopo passo. Meglio se sostenuto.
La conferma arriva dall’American Diabetes Association che ha analizzato una serie di studi arrivando alla conclusione che una corretta alimentazione e una regolare attività fisica riducono di oltre il 50% il rischio di diabete di tipo 2 in soggetti geneticamente predisposti.
La “dose” di cammino da rispettare è di trenta minuti dalle 3 alle 5 volte a settimana. Più si cammina, meglio è: l’ideale sarebbe a riuscire a percorrere i diecimila passi al giorno. Tra i benefici accertati della passeggiata veloce, la riduzione – fino al 54% – del tasso di mortalità nei diabetici che camminano almeno 3-4 ore alla settimana.
Per questo motivo tra i pazienti si è diffusa la moda del fitwalking, progetto nato in Italia nel 2001 da un’idea di Maurizio Damilano e, riportato dal Messaggero in un articolo datato 11 novembre a cura di Francesca Filippi.
L’ex campione olimpico di marcia a Mosca 1980, coinvolgendo il fratello Giorgio (11° a Mosca), appassionati e medici dello sport, ha dato vita alla Scuola del Cammino di Saluzzo (Cuneo) all’avanguardia in Italia nel campo della cura e prevenzione delle malattie dismetaboliche.
Da allora si parla di gruppi di “cammino-terapia”.
“L’obiettivo – sostiene il due volte campione del mondo nella 20 km – è la promozione dell’attività motoria, per renderla uno strumento ulteriore a disposizione dei medici e dei pazienti da affiancare alle cure farmacologiche e ottenere un miglior controllo della patologia e una migliore qualità di vita. Il cammino è alla portata di tutti, praticabile ad ogni età”.
Dal 2007 i fratelli Damilano lavorano al fianco dell’Associazione Italiana Diabetici, Asl e ospedali e in questi anni hanno formato 400 istruttori che insegnano le tecniche del fitwalking a soggetti sani o con patologie, individualmente, come personal trainer, o in centri sportivi presenti in ogni regione.
“E’ grazie a loro – conclude l’ex atleta – se dal 2007 ad oggi un migliaio di pazienti con diabete tipo 2 si sono allenati, almeno due ore tra corsetta veloce ed esercizio per tonificare, rafforzare e allungare i muscoli”.
Scupola Giovanni Maria
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