Il Pronto Soccorso è una delle aree più complesse all’interno di un’azienda ospedaliera.
Il numero di accessi negli anni è in aumento in correlazione alla prevalenza della popolazione anziana e di conseguenza alla complessità dei casi nonché alla cronicità delle patologie correlate.
L’accesso al Pronto soccorso è gestito mediante il Triage con i criteri di priorità e tempi di attesa. Con l’aumento della popolazione fragile (anziani, disabili, bambini, etc.) le priorità di accesso condizionano interferendo con le motivazioni cliniche; questo ha rappresentato la necessità di instaurare nuovi metodi di gestione dell’utente tra cui l’introduzione del Fast Track.
Le cause che portano ad un sovraffollamento secondo un modello concettuale sono costituite da una componente in ingresso di utenti che richiedono cure in emergenza-urgenza, a questi si sommano quelli con lesioni traumatiche malattie gravi, poi ci sono i pazienti con patologie croniche riacutizzate ed infine bisogna aggiungere coloro che ritengono “soggettivamente” urgente la loro visita evitando il percorso di assistenza territoriale tra cui il medico di famiglia o il servizio di guardia medica.
Oggi qui in Italia utilizziamo le linee guida di indirizzo nazionali per lo sviluppo del piano di gestione sovraffollamento in Pronto Soccorso del 2019, da poter visionare sul sito del Ministero della Salute.
L’infermiere di FAST TRACK è una figura centrale per l’attuazione del processo infatti che ha ricevuto una formazione specialistica e che opera all’interno del Triage, rilevando la presenza di segni, sintomi e dati anamnestici rientranti tra i criteri di inclusione per le singole branche specialistiche; si avvale dello specialista medico ove necessario.
Le specialistiche mediche largamente coinvolte nel fast tracksono: ortopedia, oculistica, ginecologia ed ostetricia, pediatria.
È importante sottolineare che il bilanciamento della domanda con la reale capacità produttiva del servizio rappresenta una premessa per la fluidità del percorso assistenziale in emergenza-urgenza.
Infatti, il percorso dell’utente all’interno del pronto soccorso sarà fluido se non ci saranno vincoli; laddove una risorsa ha invece una richiesta che supera la capacità produttiva verranno comune generate “code” nell’erogazione dell’assistenza. Sulla base di quanto affermato gia nel febbraio 2013 nella Conferenza Stato Regioni del 7 febbraio, nel quale si indica di “realizzare all’interno dei PS e DEA percorsi separati clinico organizzativi diversi in base alle priorità” appare evidente come ci sia la volontà nazionale di prevedere lo sviluppo di percorsi diagnostici/terapeutici che rispondano a prestazioni a bassa complessità con l’adozione di modelli Fast.
Dott.ssa Marica Scotellaro
Dott. Biagio Biondi
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