La Commissione Cultura del Senato sta da tempo esaminando alcuni disegni di legge che puntano a riformare i meccanismi di accesso ai corsi di laurea in Medicina. L’obiettivo principale è introdurre corsi caratterizzanti durante il periodo filtro, i cui risultati determinerebbero l’ammissione o meno agli studi. In altre parole, gli studenti potranno accedere liberamente a corsi accademici, ma per potersi iscrivere alla facoltà dovranno successivamente superare un determinato numero di esami caratterizzanti.
Di sicuro c’è l’addio al meccanismo dei cosiddetti Tolc Med, introdotti un anno fa e di fatto già superati dall’accoglimento dei ricorsi ai tribunali da moltio studenti. Per quest’anno è dunque previsto un ritorno al passato, con un test di Medicina da svolgere contemporaneamente in tutti gli atenei il 28 maggio e il 30 luglio. Le novità del 2024 riguardano modalità di svolgimento e struttura della prova, con un un aumento del numero di quiz da 50 a 60 e un’accresciuta enfasi su materie quali biologia, chimica e logica,
In ottica futura, invece, tutto è ancora in divenire, ma alcuni punti chiave della riforma relativa alle facoltà di Medicina si possono già anticipare.
Niente apertura indiscriminata (con addio al numero chiuso), che sarebbe poco sostenibile anche dal punto di vista economico, ma apertura sostenibile dell’accesso (programmato), con aumento graduale del numero di iscritti a Medicina, in continuità con quanto fatto negli ultimi anni.
Per tutelare l’alto livello degli standard qualitativi di formazione è previsto un maggior finanziamento (23 milioni di euro), destinato esclusivamente alle facoltà di Medicina.
I crediti ottenuti durante il periodo filtro potranno essere valorizzati in eventuali altri corsi, diversi da quello di Medicina, scelti da chi non riuscirà a superare la selezione.
Attraverso il periodo filtro si punta a incanalare la formazione su binari pubblici e di qualità riconosciuta, ponendo fine alla miriade di corsi privati.
Redazione Nurse Times
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