C’era la sanità al centro della manifestazione nazionale andata in scena sabato 19 ottobre in piazza del Popolo, a Roma, e promossa dalle categorie del pubblico impiego di Cgil e Uil. Numerosi gli attacchi al Governo, accusato di programmare investimenti che a malapena tengono il passo dell’inflazione.
“Con una società che invecchia, tali investimenti equivalgono a tagli”, ha dichiarato Serena Sorrentino, segretaria generale di Fp Cgil, ricordando poi l’inadeguatezza delle retribuzioni: “1.470 euro è lo stipendio di un operatore socio-sanitario, 1.560 quello di un infermiere”. E Pierpaolo Bombardieri, segretario generale Uil, ha rincarato la dose: “A breve sarà chiuso un accordo per far arrivare infermieri dall’India e noi abbiamo difficoltà a chiudere il contratto”.
Sempre attuale, poi, il tema della carenza di personale, con la nuova figura dell’assistente infermiere che da molti è vista come una soluzione tutt’altro che efficace per far fronte al problema. Anzi, a detta della Federazione europea degli infermieri si tratta di un intervento che rischia di peggiorare la qualità dell’assistenza. “Le prove scientifiche degli ultimi tre decenni dimostrano che la riduzione dell’istruzione degli infermieri del 10% aumenta la mortalità dei pazienti del 7% – ha ricordato -. È quindi fondamentale che il Governo garantisca per il sistema sanitario italiano una forza lavoro infermieristica competente”.
Il via libero definitivo della Conferenza Stato-Regioni al nuovo profilo ha dunque provocato il malcontento dei sindacati di categoria. E non convincono nemmeno l’introduzione della prescrizione infermieristica e delle nuove specializzazioni infermieristiche in area clinica. Queste ultime, in particolare riguardano campi in cui scarseggiano medici e sono quindi viste come un tentativo di rimpiazzare i camici bianchi con infermieri qualificati.
Redazione Nurse Times
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