La riforma che prevede l’introduzione della prescrizione infermieristica e di tre lauree magistrali a indirizzo clinico per gli infermieri rappresenta una svolta epocale per la sanità italiana. Senza dimenticare l’introduzione dell’assistente infermiere. Nell’acceso dibattito che ne è seguito e che ha visto una levata di scudi daparte dei medici, i quali rivendicano l’esclusività della diagnosi, si inserisce la voce di Ivan Bufalo, presidente di Opi Torino.
“L’introduzione delle nuove lauree magistrali – spiega Bufalo – non è una minaccia per la professione medica, ma un’opportunità per offrire ai pazienti un’assistenza sempre più completa e qualificata. Un infermiere specializzato è un professionista che ha acquisito competenze approfondite che, in collaborazione con i medici, ma anche con le altre figure sanitarie, mira al miglioramento della qualità delle cure. Le professioni rimangono ben distinte, ma si completano in un sistema sanitario che si fa sempre più complesso”.
Sempre Bufalo: “Con l’aumento delle competenze gli infermieri potranno gestire meglio i percorsi assistenziali, senza entrare nel merito delle diagnosi mediche, ma valorizzando le diagnosi infermieristiche all’interno di modelli organizzativi più opportunamente stratificati. La specializzazione degli infermieri, inoltre, apre nuove opportunità di carriera, valorizzando il merito e promuovendo un percorso professionale più strutturato e gratificante. È un passo verso una sanità più meritocratica, dove ogni professionista può esprimere al meglio il proprio potenziale per il bene comune”.
E ancora: “Siamo solo al principio di un lungo percorso e c’è molto su cui lavorare. Confidiamo che questa riforma possa segnare l’inizio di una nuova era per la sanità italiana, dove ogni professionista sanitario possa contribuire al massimo delle proprie competenze per il benessere collettivo”.
Conclude Bufalo: “Opi Torino è a disposizione di ogni soggetto istituzionale per favorire e supportare il cambiamento. Se si vuole produrre un reale miglioramento dei processi assistenziali a beneficio della salute delle persone assistite, e al contempo migliorare le condizioni di lavoro e l’efficienza del sistema sanitario, ottimizzando i costi e andando anche a incidere sull’attrattività professionale, è necessario che ciascuno si assuma la sua parte di responsabilità e manifesti la volontà di fare gioco di squadra: dalla politica, alle direzioni strategiche e alle direzioni infermieristiche nelle aziende sanitarie, fino alle organizzazioni sindacali”.
Redazione Nurse Times
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