La dislipidemia è un’alterazione qualitativa o quantitativa dei lipidi nel sangue: colesterolo totale, colesterolo-HDL, colesterolo-LDL, trigliceridi. Un tasso ematico elevato di colesterolo (in particolare della sua frazione c.d. “cattiva”, l’LDL) è uno dei maggiori fattori di rischio per l’aterosclerosi e relative complicazioni cardiovascolari: cardiopatia ischemica, infarto del miocardio, vasculopatia cerebrale e periferica.
“Non esiste un livello minimo – spiega il dottor Luca Bonanni dell’Ambulatorio dislipidemie dell’ospedale dell’Angelo di Mestre a sanitainformazione.it (V. Franzellitti), – e questo vale sia per i pazienti che hanno avuto eventi cardiovascolari che per le persone sane e che hanno dei livelli borderline di colesterolo“.
Il colesterolo è un nemico invisibile e, a differenza della pressione che si può auto misurare a casa, non dà sintomi diretti e il paziente non ha un feedback continuo della situazione.
“Le indicazioni dei referti di laboratorio sono datate, fanno riferimento a linee guida molto vecchie come il famoso 220 o altri valori che non sono più validi. I dati vanno comunque interpretati, quel che conta è il colesterolo LDL che richiede una formula per poter essere calcolato e non è una cosa subito facilmente visibile da chi non è addetto ai lavori” ha detto Bonanni.
- Terra dei fuochi, studio rivela la presenza di veleni anche nelle piante
- Padova, fegato di una 99enne trapiantato con successo: è la donatrice più anziana di sempre
- Mazzella (M5S): “Tutte le malattie rare nei Lea. Nessuno sia lasciato indietro”
- Frammento di anticorpo per bloccare la fecondazione: nuovo passo verso la contraccezione non ormonale
- Massimiliano Strappetti: l’infermiere che non ha mai lasciato solo papa Francesco
Fonti: idoctors.it; sanitainformazione.it (V. Franzellitti)
Lascia un commento