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Crema (Cremona), al via l’esperimento dell’oss dedicato all’accoglienza in Pronto soccorso

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Al Pronto soccorso dell’ospedale di Crema (Cremona) è attiva dal 15 febbraio la nuova figura dell’operatore socio-sanitario (oss) dedicato all’accoglienza. Identificato da una divisa fucsia, è deputato all’orientamento dei malati e dei loro famigliari. Inoltre svolgerà funzioni di assistenza alberghiera e di monitoraggio dei pazienti in attesa. Al momento l’attività è garantita su due turni, mattutino e pomeridiano, ma entro aprile sarà estesa anche al notturno. Il progetto, partito in via sperimentale, avrà una durata di tre mesi. 

“L’inserimento di questa nuova figura – spiega il responsabile del Pronto soccorso di Crema, Giovanni Viganò – ci consentirà di migliorare anche le comunicazioni con i famigliari, riducendo il senso di smarrimento e limitando il disagio emotivo legato alla mancanza di informazioni. Pensiamo che questo profilo, qualificato e già inserito nell’organizzazione del Pronto soccorso, possa rappresentare un ponte tra i pazienti, le loro richieste e le loro aspettative e le nostre strutture. Un operatore sanitario è in grado di attivare necessarie sinergie con il personale infermieristico e medico, è una sentinella capace di fornire allerta tempestiva in caso di necessità. Potrà integrarsi ed essere un riferimento anche con i volontari che oggi prestano servizio in Pronto soccorso”. 

A Crema la nuova figura sarà importante durante il tempo d’attesa. “Ricevere informazioni chiare e precise in un momento di dolore, spesso di agitazione, può essere rassicurante – sottolinea il direttore aziendale delle professioni sanitarie e sociosanitarie Annamaria Bona -. In pieno accordo con la direzione strategica abbiamo deciso di inserire un operatore sanitario capace di unire alle indispensabili doti relazionali e umane, anche conoscenze e competenze tecniche riconducibili ai bisogni di base e che consentano, in caso di necessità, di procedere alla rilevazione dei parametri vitali”.

E ancora: “Vogliamo che, anche durante il tempo dell’attesa, i nostri utenti si sentano accolti, compresi e al sicuro. Pensiamo che una presenza qualificata costante possa essere un antidoto al timore e alla solitudine, rappresentando quel volto umano della cura che non deve mai mancare. Inoltre riteniamo che queste competenze possano essere fondamentali anche nella prevenzione di comportamenti aggressivi nei confronti del personale sanitario”. 

Infine il commento del direttore generale Alessandro Cominelli: “Una mano tesa, una risposta pronta, una persona capace di ascoltare in silenzio o di percepire i silenzi. Così intendo l’inserimento di questa nuova figura con un ruolo dedicato all’accoglienza in Pronto soccorso. Il lavoro per cercare di ridurre un’attesa che può essere snervante, a contatto con il dolore, è costante. Così come è costante lo sforzo di garantire cure personalizzate e di qualità. Ma lo sappiamo: l’attesa è difficile e spesso, dove manca la comunicazione, crea un senso di smarrimento. Ho sempre inteso l’ospedale di Crema, come un ospedale a misura di ciascuno, per una comunità che qui deve sempre sentirsi accolta. Questa novità vuole essere una risposta concreta a un bisogno di accoglienza che in questo tempo abbiamo avvertito, affinché nessuno sia lasciato solo”.

Redazione Nurse Times

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