Negli ultimi anni il ruolo dell’infermiere di processo ha rivoluzionato il modo in cui viene gestito il flusso dei pazienti nei pronto soccorso italiani. Questa figura si colloca in una posizione chiave tra il triage tradizionale e la gestione complessiva dei pazienti, garantendo un’assistenza più efficiente e sicura.
Chi è l’infermiere di processo?
L’infermiere di processo è un professionista esperto che opera lungo tre fasi fondamentali del percorso del paziente nel pronto soccorso:
- Input: accoglienza del paziente nel sistema di emergenza
- Throughput: gestione della fase diagnostico-terapeutica intermedia
- Output: dimissione o trasferimento del paziente
Questa figura, oltre a gestire il triage, adotta una logica di streaming che non si limita alla semplice classificazione per codici di priorità. Al contrario, il paziente viene valutato sulla base di tre elementi cruciali: stato di salute, grado di autonomia e intensità delle cure necessarie. Questo approccio consente di identificare percorsi personalizzati per ogni paziente, migliorando la gestione delle risorse e riducendo i tempi di attesa.
Il ruolo innovativo dell’infermiere di processo
L’infermiere di processo ha dimostrato la sua efficacia nei pronto soccorso, offrendo un modello che gestisce in modo dinamico i flussi di pazienti.
Le funzioni principali dell’infermiere di processo includono:
- Gestione dei flussi di pazienti – Assegnazione delle postazioni di trattamento in base alla complessità del caso e alla situazione interna del pronto soccorso.
- Rivalutazione continua – Monitoraggio costante delle condizioni dei pazienti per garantire la sicurezza e modificare, se necessario, il codice di priorità.
- Interfaccia con altre figure sanitarie – Collaborazione con medici e bed manager per gestire situazioni complesse e avviare percorsi agevolati per pazienti fragili o in condizioni critiche.
I benefici del modello
I dati dimostrano l’efficacia dell’infermiere di processo. Da quando questa figura è stata introdotta si è registrata una diminuzione dei tempi d’attesa, una riduzione dei ricoveri inappropriati e un netto calo degli incidenti all’interno del pronto soccorso, come cadute o errori nella gestione dei pazienti.
Grazie alla rivalutazione continua e all’adozione di percorsi specifici per ogni paziente il livello di sicurezza all’interno delle strutture è aumentato, portando anche a una riduzione significativa dei reclami da parte dell’utenza. Questo modello, pur essendo nato in un contesto specifico, è stato studiato per essere replicato in altre realtà sanitarie, in quanto basato su criteri oggettivi di valutazione della complessità assistenziale.
Formazione e futuro dell’infermiere di processo
Attualmente non esiste un percorso formativo strutturato per diventare infermiere di processo. Tuttavia la figura richiede una laurea in Scienze infermieristiche, esperienza consolidata in area critica e un master in Coordinamento delle professioni infermieristiche. Alcune realtà sanitarie stanno cominciando a offrire corsi di formazione Ecm specifici per dotare gli infermieri delle competenze necessarie a ricoprire questo ruolo.
Conclusioni
L’infermiere di processo rappresenta un’innovazione importante nell’organizzazione dei pronto soccorso, fornendo un contributo significativo nella gestione dei pazienti in situazioni di emergenza. La sua capacità di monitorare, coordinare e indirizzare i pazienti verso le cure più appropriate garantisce una maggiore sicurezza per i pazienti e un miglior utilizzo delle risorse all’interno delle strutture sanitarie.
Con il crescente riconoscimento dell’importanza di questa figura si prevede un’espansione del modello in tutte le regioni italiane, nonché un potenziamento della formazione per permettere a un numero sempre maggiore di infermieri di accedere a questo ruolo cruciale.
Redazione Nurse Times
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