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La Spezia: prosegue la sperimentazione dell’infermiere di accoglienza in Pronto soccorso

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La Spezia. Codici bianchi ai medici di famiglia, nasce l'Infermiere di accoglienza per "accudire i pazienti in attesa"
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Arrivano importanti novità per la sanità spezzina. Acquisisce sempre più rilievo il ruolo dell’Infermiere di accoglienza.

Tale figura professionale avrà una duplice funzione: si relazionerà con parenti e pazienti in attesa di visita in fase successiva al triage ed allo stesso tempo rivaluterà periodicamente l’andamento del quadro clinico.

L’Infermiere di accoglienza è già presente presso il Pronto Soccorso di La Spezia in fase sperimentale dal mese di aprile 2017, riscuotendo grandi consensi dall’utenza.

Questa sarà una delle innovazioni del nuovo processo organizzativo aziendale (Poa), deliberato il 31 ottobre dal direttore generale dell’Asl spezzina, Andrea Conti.

Abbiamo contattato il dott. Francesco Falli, vice presidente dell’Ordine provinciale degli Infermieri di La Spezia per chiedere maggiori informazioni:

La Spezia: codici bianchi ai Medici di famiglia. Nasce l'Infermiere di accoglienza per accudire i pazienti in attesa
Fig.1: il dott. Francesco Falli

Finalmente, dopo anni di insistenza, e pur in presenza di una ottima organizzazione di cure domiciliari attiva, abbiamo forse una nuova attenzione a quanto spieghiamo da anni: come avviene in altre realtà italiane i casi ”impropri” o i casi non gravi possono essere trattati PRIMA di arrivare in pronto soccorso. L’articolo della Nazione, a nostro parere, ha mescolato e unito concetti un po’ differenti. Ha infatti affrontato questo aspetto e ha parlato di una figura che in ASL 5 è stata introdotta alcuni mesi fa, su diretta iniziativa della Regione: al solo Pronto soccorso spezzino lavora infatti da diversi mesi una infermiera che svolge una funzione differente da quella sia del triagista, sia del personale che agisce al’interno della struttura. Si è attivata per risolvere situazioni che in passato avevano costituito un problema (comunicazione con familiari in attesa) e collabora anche con tutti i colleghi nelle varie situazioni dopo che un malato ha ricevuto un codice colore. Se cerchiamo di tradurre ciò che fa la collega con altre esperienze italiane, come ho letto su alcune discussioni social, rischiamo di non poter paragonare queste attività. Inoltre non dimentichiamo che il Pronto soccorso spezzino soffre di una logistica architettonica decisamente vecchia e anche questo incide molto; da noi ad esempio non ha senso citare camere calde o altre realtà perché non è fisicamente possibile attivarle. L’ospedale nuovo, atteso da tempo, risolverà evidentemente anche questo aspetto”. Falli è altrettanto chiaro nel riportare la posizione dell’Ipasvi di La Spezia su alcuni aspetti di questa vicenda: “Le cure e le attività sul territorio, ambulatorio dei codici bianchi, devono vedere gli infermieri protagonisti;  l’attuale figura dell’infermiera di accoglienza ha avuto un buon riscontro da parte degli utenti – le ho viste anche io e mi ha fatto piacere”.

Simone Gussoni

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