La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio di 15 persone, tutte in servizio negli ospedali del capoluogo pugliese e indagate per aver effettuato in ritardo l’iscrizione all’Ordine degli infermieri, (in alcuni casi anche vent’anni dopo l’assunzione), ottenendo l’abilitazione tra febbraio e maggio 2022, forse dopo che il problema era stato contestato formalmente. E c’è anche chi l’iscrizione, al momento della chiusura delle indagini, non l’aveva mai effettuata.
Circostanze che, secondo il pm Marcello Quercia, integrano l’ipotesi di esercizio abusivo della professione. Negli interrogatori a cui si sono sottoposti lo scorso anno per fornire spiegazioni gli indagati non sono riusciti a convincere la Procura della propria buona fede. L’udienza predibattimentale è stata così fissata per il 15 maggio davanti al giudice Domenico Mascolo.
La questione è giuridicamente complessa, perché nei fatti l’obbligo di iscrizione all’Ordine esiste solo dal 2006, anno in cui furono definiti anche i requisiti minimi, compreso il titolo di studio. Ma negli ospedali sono ancora in servizio persone assunte negli anni Ottanta e Novanta, quando la disciplina era molto diversa e bastava il diploma. La legge ha comunque previsto percorsi di sanatoria, che però non tutti hanno potuto o voluto seguire.
Si tratta di un problema di portata nazionale. Gli accertamenti effettuati dai Nas su tutto il territorio italiano hanno incrociato gli elenchi dei dipendenti delle strutture pubbliche con quelli degli iscritti all’Ordine delle professioni infermieristiche. Ne è emersa appunto una discrepanza che nel 2022 ha dato avvio al procedimento penale, riguardante persone di età lavorativa ormai avanzata: il più giovane degli indagati ha 61 anni, il più anziano ne ha 69.
Qualche esempio. Tra gli indagati figura una 64enne assunta in ospedale nell’agosto del 1980, ma iscritta all’Ordine solo nel maggio 2022. C’è un 63enne assunto nell’ottobre del 1980 e iscritto a febbraio 2022. Due indagati, un 64enne e un 66enne, assunti rispettivamente nel luglio del 1982 e nel febbraio del 1986, non si sarebbero mai iscritti. E nel frattempo diversi indagati hanno preferito andare in pensione.
Un’altra inchiesta simile, relativa in generale alle professioni sanitarie, era stata in precedenza archiviata allorché i circa 70 indagati avevano dimostrato che il loro inadempimento era “solo formale”, nel senso che l’iscrizione era stata chiesta, ma ci è voluto del tempo per perfezionarla. Secondo la Procura di Bari, però, il caso dei 15 infermieri in questione è diverso.
Redazione Nurse Times
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