All’alba di domenica 26 gennaio un operatore socio-sanitario 43enne è stato accoltellato da un paziente 63enne nel reparto di Pneumologia del Grande Ospedale Metropolitano (Gom) di Reggio Calabria. L’oss ha riportato solo lievi ferita al braccio, guaribili in sette giorni, ma l’episodio resta di una gravità assoluta.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri del Nucleo radiomobile, che hanno bloccato l’aggressore. Nei suoi confronti il pm di turno ha poi disposto gli arresti domiciliari all’interno dello stesso reparto dove sono avvenuti i fatti.
Non sono ancora chiare le motivazioni che hanno spinto l’uomo a colpire l’oss. Saranno le indagini a chiarire cosa sia successo e come sia stato possibile che per l’aggressore introdurre e utilizzare un’arma bianca in ospedale.
Il commento di Nursind Reggio Calabria
Nursind Reggio Calabria esprime la propria solidarietà nei confronti dell’oss vittima dell’aggressione. “Quello che è accaduto è un fatto gravissimo – dichiara Vincenzo Marrari, segretario territoriale del sindacato e membro del direttivo nazionale –. Poteva andare peggio, molto peggio, e questo non deve farci abbassare la guardia, né portarci a sottovalutare la questione”.
Il dilagante fenomeno degli atti di violenza nelle corsie ha spinto il legislatore a inasprire le pene per chi aggredisce il personale sanitario e danneggia le strutture ospedaliere. “La certezza della pena –spiega Marrari – è sicuramente uno dei principali deterrenti, e ringraziamo le forze dell’ordine per il tempestivo intervento. Tuttavia episodi come questo dimostrano che non basta: il fenomeno delle aggressioni potrebbe continuare a ripetersi, almeno nel breve e medio termine”.
Per contrastare questa drammatica escalation di violenza Nursind Reggio Calabria ha attuato negli anni diverse iniziative di denuncia e campagne di sensibilizzazione, in linea con quanto fatto dalle altre segreterie territoriali italiane. Marrari sottolinea la necessità di un impegno comune e condiviso: “Vogliamo sensibilizzare aziende, Regione, istituzioni e cittadini affinché si diffonda la consapevolezza che aggredire chi esercita una professione di aiuto è un atto vile, che comporta anche l’interruzione di un pubblico servizio, oltre ad avere gravi e immediate conseguenze penali”.
Secondo Marrari, è necessario lavorare su più fronti per garantire la sicurezza del personale sanitario: “Occorre fare formazione e informazione, insegnare ai sanitari a conoscere, prevenire e disinnescare soggetti a rischio attraverso tecniche psico-relazionali. È fondamentale, inoltre, adeguare gli spazi, i percorsi, la vigilanza e la sorveglianza all’interno delle strutture ospedaliere”.
Il segretario di Nursind Reggio Calabria sottolinea infine come la sicurezza sul posto di lavoro sia un diritto imprescindibile, sottolinea Marrari, soprattutto in una regione come la Calabria, dove le difficoltà economiche e organizzative degli ospedali rappresentano già un peso enorme per il personale sanitario: “Gli organici risicati e le condizioni difficili non possono essere ulteriormente aggravati dalla paura e dal terrore di subire aggressioni. A chi si reca al lavoro deve essere garantita la serenità e la sicurezza nell’operare. Il legislatore ha fatto la sua parte. Adesso tocca a tutti gli altri, a cascata, fare la propria”.
Redazione Nurse Times
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