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Autonomia differenziata: battaglie e modifiche al Ddl Calderoli

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Autonomia differenziata: battaglie e modifiche al Ddl Calderoli
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Il Disegno di legge sull’autonomia differenziata, noto come Ddl Calderoli (in allegato il testo), sta per fare il suo ingresso nell’Aula di Palazzo Madama. E la discussione promette scintille, con circa 400 emendamenti presentati dalle opposizioni. Una battaglia politica è in vista, con il senatore Calderoli al centro dell’attenzione.

Il testo, concepito per definire ulteriori autonomie per le Regioni a statuto ordinario, ha subito diverse modifiche durante i lavori in Commissione Affari costituzionali. Una delle preoccupazioni principali riguarda l’effetto del trasferimento di competenze, specialmente in settori sensibili come la sanità e l’istruzione, sulle risorse delle Regioni, soprattutto quelle del Sud. Di seguito le proposte chiave del Ddl Calderoli.

Articolo 1 – Finalità

L’articolo 1 delinea le finalità del Ddl, focalizzandosi sulla definizione di principi per l’attribuzione di ulteriori forme di autonomia alle Regioni. Tuttavia l’attenzione si sposta sulle possibili ripercussioni su materie come sanità e istruzione per le altre Regioni.

Articolo 2 – Procedimento di approvazione delle intese

L’articolo 2 del Ddl regola il procedimento di approvazione delle intese tra Stato e Regioni, puntando sulla necessità di un negoziato che coinvolga anche gli enti locali. La proposta cerca di garantire un equilibrio tra le parti coinvolte.

Articolo 3 – Delega al Governo per la determinazione dei Lep

L’articolo 3 si concentra sulla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep) e dei relativi costi, sottolineando l’importanza di garantire l’erogazione dei servizi in modo appropriato ed efficiente.

Articolo 4 – Trasferimento delle funzioni

L’articolo 4 stabilisce i principi per il trasferimento delle funzioni, con particolare attenzione alle risorse umane, strumentali e finanziarie coinvolte. Il testo mira a garantire un processo trasparente e sostenibile.

Articolo 5 – Principi relativi all’attribuzione delle risorse

L’articolo 5 del Ddl definisce i criteri per individuare risorse finanziarie, umane e strumentali necessarie all’esercizio delle forme di autonomia. Una Commissione paritetica Stato – Regione – Autonomie locali è coinvolta nel processo decisionale.

Articolo 6 – Ulteriore attribuzione di funzioni amministrative a enti locali

L’articolo 6 affronta l’attribuzione di funzioni amministrative a enti locali, cercando un equilibrio tra comuni, Province e Regioni per assicurare un’esercizio unitario.

Articolo 7 – Durata, monitoraggio e clausole finanziarie

L’articolo 7 regola la durata delle intese, specificando che ciascuna di esse deve individuare un periodo non superiore a dieci anni. Il monitoraggio, affidato a una commissione paritetica, è enfatizzato per valutare gli oneri finanziari derivanti dalle nuove autonomie.

Articolo 9 – Clausole finanziarie

L’articolo 9 del Ddl impone che dall’applicazione della legge non derivino nuovi o maggiori oneri alla finanza pubblica, garantendo l’invarianza finanziaria per le Regioni non coinvolte nelle intese.

Conclusioni e controversie

Il Ddl Calderoli suscita controversie, specialmente per le potenziali conseguenze sulle risorse e sulle competenze delle Regioni non coinvolte. Le opposizioni, con circa 400 emendamenti presentati, si preparano a una battaglia parlamentare, mentre Fratelli d’Italia propone emendamenti per mitigare gli impatti su livelli essenziali e trasferimento delle funzioni. Il destino del Disegno di legge sarà deciso nelle prossime fasi di discussione e votazione al Senato, dove gli scontri politici promettono di tenere alta l’attenzione sul tema delicato dell’autonomia differenziata.

ALLEGATO: Testo del Ddl

Redazione Nurse Times

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