Nonostante la carenza di personale negli ospedali di Ascoli e San Benedetto, non sono stati ancora assunti i sei oss vincitori del concorso bandito dall’Ast Ascoli Piceno. Per questo i circa 350 operatori risultati idonei, appoggiati dal sindacato USB, hanno scritto una lettera aperta al presidente della Regione Marche, all’assessore alla Sanità e ai sindaci della provincia, rivolgendo loro un appello affinchè si sblocchino le assunzioni, attingendo alla graduatoria del concorso stesso.
“Abbiamo studiato e ci siamo preparati con serietà – si legge nella lettera degli oss -. Abbiamo pagato 10 euro per partecipare, abbiamo percorso migliaia di chilometri, passato notti insonni, sostenuto con temperature proibitive (oltre 40 gradi) due prove di esame, recandoci ad Ancona da ogni parte d’Italia con lo scopo di riavvicinarci o trovare un posto di lavoro statale”.
Com’è possibile, a fronte delle cessazioni avvenute nel 2024 (12 oss) e con la riapertura di Urologia e degli ospedali di comunità, che non ci sia posto nemmeno per i sei vincitori del concorso? “Addirittura – affermano gli interessati – abbiamo dovuto subire una richiesta di assunzione a tempo determinato per sei mesi: un vero e proprio affronto per chi ha vinto un concorso con tanto sacrificio, acquisendo il diritto a un posto a tempo indeterminato, e non di certo precario, come invece proposto”.
Intanto Giorgio Cipollini, sindacalista della Cisl, attacca la dirigenza dell’Ast, che “continua imperterrita a intraprendere iniziative in totale dispregio dei diritti dei lavoratori, negando ferie a chi ne ha maturate oltre 90, riposi compensativi a chi ha centinaia di ore di credito orario e il pagamento a tantissimi operatori di migliaia di ore di lavoro straordinario”.
Tutto ciò mentre si continuano a coprire i turni degli oss mancanti con l’utilizzo di infermieri pagati con prestazioni aggiuntive a 480 euro a turno: “Di fronte a tale contesto -aggiunge Cipollini – appaiono inaccettabili i continui tagli annuali sulle dotazioni organiche e le razionalizzazioni del personale poste in essere in tutti i servizi. Di giorno in giorno la sanità pubblica sta lasciando spazi sempre più ampi alla sanità privata”.
Redazione Nurse Times
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