Rodigliano: “Non vogliamo svendere la professione come qualcuno ci accusa. Siamo un sindacato che ci mette sempre la faccia e siamo coerenti e leali anche con gli interlocutori. Le nostre lotte però continueranno”.
BOLOGNA, 7 OTTOBRE 2024 – “Come Nursind sentiamo il bisogno di fare chiarezza sulla posizione dell’assistente infermiere, una figura che tanto sta facendo discutere, per la quale non ci siamo mai battuti, ma che è stata voluta dalle Regioni, in concerto con gli ordini professionali, sentite tutte le Organizzazioni sindacali del Comparto, le associazioni degli OSS, il Consiglio Superiore di Sanità, alcuni professori universitari di infermieristica e il Ministero della Salute”.
A distanza di pochi giorni dal via libera della Conferenza Stato-Regioni all’introduzione della nuova figura dell’assistente infermiere, prevista a partire dal 2025 con un provvedimento ad hoc, Antonella Rodigliano, segretaria regionale del Nursind Emilia-Romagna, interviene nel dibattito attorno a tale novità, facendo eco a quanto dichiarato anche dal segretario nazionale Andrea Bottego, il quale ha bollato “la discussione inutile, come inutili sono state le prese di posizione delle associazioni infermieristiche e di chi le ha seguite senza conoscere come funziona il sistema”, aggiungendo:
“A Nursind è stato chiesto un parere a riguardo e ciò che abbiamo fatto è stato evidenziarne criticità (cui tra l’latro è seguita una modifica del testo), ma anche aspetti positivi.
Crediamo fortemente che non sia la soluzione al problema della carenza di personale e della sempre più scarsa attrattività, con un calo continuo di iscrizioni alle facoltà infermieristiche che denunciamo ormai da tempo -continua-, però crediamo sia necessario essere anche pronti alle nuove sfide, soprattutto se si considera che ogni giorno ci ritroviamo a vivere situazioni e criticità che non sono tutte uguali”.
“Negli ospedali ci sono delle problematiche e nei territori altre – spiega ancora Rodigliano -. La popolazione sta invecchiando e la gestione ad esempio di pazienti anziani a casa rappresenta una questione diffusa per molti infermieri domiciliari o di comunità. Ci sono allora degli aspetti positivi in questa nuova figura. Il primo è che può lavorare solo insieme o su pianificazione di un infermiere, che ne stabilisce l’impiego valutando quali attività siano attribuibili in linea con l’analisi dei bisogni assitenziali. Dall’assistenza di base allo svuotamento dei cateteri o all’aspirazione di tracheostomia stabilizzata. – prosegue la segretaria regionale del Nursind -. Per noi è quindi sicuramente una figura che, se gestita bene, può essere d’aiuto. Le nostre lotte però non si fermano qui”.
“La principale criticità dell’assistente infermiere sta infatti proprio nella sua gestione, dal punto di vista professionale ma anche da quello sindacale -sottolinea Rodigliano -. Oggi tutti i sindacati che dicono di no a questa nuova figura, voluta, lo ribadisco, da diversi enti, preferiscono cavalcare la paura del cambiamento piuttosto che rimboccarsi le maniche per trovare il modo migliore per gestire il cambiamento che è inevitabile. È quella la vera sfida sindacale. È su questo che nei tavoli regionali e aziendali va aperta una discussione”.
“Non vogliamo svendere la professione come qualcuno ci accusa, assolutamente – rimarca la segretaria del Nursind Emilia-Romagna -.
Siamo un sindacato che ci mette sempre la faccia, siamo coerenti e leali coi nostri iscritti, ma anche con i nostri interlocutori. E in questa figura vediamo cose che vanno assolutamente gestite nel miglior modo possibile e altre che effettivamente possono aiutarci. Se gli altri la temono, vorrà dire che per noi sarà più semplice trovare un’interlocuzione”.
“Continueremo le nostre lotte su attrattività della professione, la sua competitività anche a livello europeo, dove restiamo fra i meno pagati, al benessere organizzativo, all’eliminazione del vincolo di esclusività e a maggiori gratificazioni -conclude Rodigliano-. Queste sono le vere sfide di cui gli infermieri hanno bisogno e che noi come Nursind abbiamo sempre portato avanti e continueremo a farlo nonostante chi oggi cavalca il disagio della categoria siano gli stessi che nei tavoli contrattuali la vogliono appiattire mettendo tutti nello stesso piano. Chi racconta oggi, in modo errato, che con l’assistente infermiere la nostra figura professionale è a rischio, si batta con noi per dare maggiore valore agli stipendi degli infermieri e un loro inquadramento nell’area di elevata qualificazione, aumentando l’indennità specifica e migliorando i tempi di vita e di lavoro”.
Redazione Nurse Times
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