L’allarme lo aveva lanciato BlogSicilia una settimana fa: all’Asp Trapani mancano gli infermieri di famiglia e comunità. La Regione aveva risposto che i corsi sono attivi al Cefpas, e che le relative qualifiche, appena rilasciate, permetteranno di procedere alle assunzioni. Ora il Dipartimento regionale delle Attività sanitarie scrive alle aziende sanitarie siciliane, invitandole a lanciare i bandi di concorso per questa specifica figura professionale.
Sono 744 i posti da mettere a selezione in questa prima fase, ma serve personale che disponga della qualifica di infermiere di famiglia. In Sicilia le università non hanno avviato i master dedicati agli infermieri laureati con diploma triennale. L’unico corso esistente è quello del Cefpas, ma non è di livello master.
Per la Regione è sufficiente, ma il master è comunque prioritario nelle selezioni, come la stessa Regione specifica nella sua risposta all’allarme. Diventa dunque probabile che i concorsi li vincano i candidati formati altrove in Italia, che possono vantare un master. Ne deriva un alto rischio di successive richieste di mobilità, e dunque di posti che restano scoperti in Sicilia nel medio termine.
E’ solo uno dei grandi temi che riguarda la sanità siciliana, in difficoltà per la carenza di medici e infermieri. Nonostante i bandi di concorso esistano, realtà come l’Asp Trapani non riescono a coprire i posti di medici dell’emergenza e dei pronto soccorso. Un solo candidato ha risposto alla selezione per 50 medici. In passato il bando da 191 posti nella sanità trapanese aveva permesso di reclutare solo dieci operatori sanitari.
Il caso dell’Asp Trapani è solo la punta di un iceberg. A fronte di difficoltà per reperire personale ordinario, la sanità siciliana va verso l’apertura di case di comunità e ospedali di comunità previsti dalla riforma voluta con il Pnrr. Strutture per le quali , entro marzo del prossimo anno, andranno reclutati fra gli 800 e i 1.600 nuovi infermieri. Peccato che manchino le qualifiche richieste dalla riforma.
In questo clima da lavori in corso la Sicilia si ritrova indietro nella classifica di erogazione dei livelli essenziali di assistenza (Lea). In Italia è penultimi e nel 2023 la situazione è peggiorata rispetto al 2022. La Regione cerca di correre ai ripari con un’altra circolare, che obbliga i manager a istituire corsie preferenziali per esami clinici e diagnostici urgenti. Un modo per tagliare le liste d’attesa e rispettare finalmente una legge troppo spesso ignorata.
Redazione Nurse Times
Fonte: CanicattìWeb
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