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Antonio, 47 anni con la Sla rischia di morire: caos assistenza domiciliare senza Oss

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Sla e demenza frontotemporale, scoperto possibile biomarcatore per diagnosi precoce
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Nel casertano, un uomo coraggioso di nome Antonio Tessitore, 47 anni, affronta una battaglia senza quartiere contro la Sla da oltre 15 anni. Tuttavia, la sua lotta assume una nuova dimensione a causa della mancata retribuzione degli operatori socio sanitari che lo assistono da quasi nove mesi. Questa situazione critica mette a rischio la sua vita e lo spinge a fare un appello accorato alle istituzioni affinché intervengano e garantiscano la sua sopravvivenza.

Antonio Tessitore, residente nel comune di Lusciano, ha condiviso il suo dramma con l’agenzia Dire, sottolineando il fallimento del sistema dell’Ambito territoriale nel quale il Comune di Lusciano ricopre un ruolo centrale. “Non riesco più a garantire una continuità assistenziale”, confessa Antonio, “e questo mette a repentaglio la mia vita ogni giorno che passa.”

Le sue giornate sono segnate dalla ricerca costante di operatori, dalla necessità di addestrarli e dalla pressione esercitata per ottenere il pagamento da parte della cooperativa che li impiega. Questa situazione lo ha portato al limite della disperazione, tanto che si rivolge alle istituzioni, in particolare all’Asl locale, chiedendo un intervento risolutivo. “Non posso più dipendere dalle inadempienze degli enti territoriali”, sottolinea Antonio.

“La mia vita è nelle loro mani e non posso permettere che venga compromessa per colpa di errori burocratici.”

La sua richiesta è chiara: vuole che l’Asl prenda completamente in carico la gestione della sua assistenza, garantendo la presenza costante degli operatori necessari. Antonio non accetta l’ipotesi di essere trasferito in una struttura, ribadendo con fermezza che uscirà dalla sua casa solo “nella bara”.

La storia di Antonio Tessitore è un grido di dolore e di speranza, un richiamo alle istituzioni affinché non lascino nessuno indietro nella lotta contro le malattie invalidanti. La sua determinazione nel voler restare a casa, nonostante le avversità, è un esempio di resilienza e amore per la vita. Ora, spetta alle autorità competenti intervenire prontamente e garantire a Antonio e a tutti coloro che si trovano in situazioni simili la dignità e l’assistenza di cui hanno bisogno per vivere con dignità e rispetto.

Redazione Nurse Times

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