Regione Calabria, sanità e occupazione infermieristica
In questa regione per anni si è scelta la strada del precariato; favorendo così la disoccupazione e l’emigrazione infermieristica verso mete lontane
Formare precari questa la parola chiave!
I diversi schieramenti politici, fra gli anni che vanno dal 2000 ad oggi non sono stati in grado di attuare un riordino della sanità calabrese; così da poter attuare una seria politica di programmazione del fabbisogno di personale sanitario all’interno delle aziende sanitarie.
Questa politica incentrata sulla precarizzazione del lavoro, mancato riordino dei servizi ospedalieri, ha purtroppo causato anche un deterioramento delle prestazioni sanitarie, provocando così una migrazione sanitaria che, in Calabria, supera di anno in anno ogni record; una vera e propria emorragia di cittadini che preferiscono curarsi fuori dalla propria terra.
Una situazione drammatica, ma siamo definitivamente fuori da questo impasse?
L’entrata del commissario alla sanità Massimo Scura (da più di due anni), anche grazie al supporto e alla caparbietà del governo nazionale, ha portato nuove speranze nei cittadini e operatori sanitari.
Il commissario Scura, ha iniziato la sua attività visitando i vari presidi territoriali e ospedalieri e dopo anni di proteste dovute alle possibili chiusure di strutture sanitarie, è riuscito a tracciare un percorso chiaro e deciso, anche se migliorabile.
Una visione diversa: si è arrivati, in diverse realtà sanitarie, alla programmazione del fabbisogno del personale e delle risorse.
I primi risultati con l’impatto positivo sull’occupazione del personale sanitario dovuto alla loro stabilizzazione, in favore di numerosi infermieri.
Le assunzioni fatte promettono, insieme al riordino della rete ospedaliera e territoriale regionale, una vera e propria rivoluzione che porterà sicuramente benefici che potranno essere visibili almeno tra 3/5 anni.
Molti infermieri precari, disoccupati, licenziati con il riordino, grazie al piano di stabilizzazione dei precari, potranno essere coinvolti nel piano di potenziamento delle dotazioni organiche; grazie anche ai bandi di mobilità regionale ed extraregionale (VEDI) e dai concorsi che presto dovranno essere banditi in tutta la ragione tra il 2017 e il 2018.
Quindi Dopo anni di buio totale, si ricomincia a intravedere un po’ di luce per gli infermieri calabresi.
14116 sono gli infermieri calabresi, divisi per provincia dalla tabella sotto riportata.
Molti di loro, circa il 20%, hanno un’età anagrafica che va tra il 1950 e il 1955, prossimi quindi all’età pensionabile; il 15% ha trovato occupazione nelle strutture del centro e nel nord Italia; il 15% risulta disoccupato; solo il restante 50% risulta occupato.
Luigi Madia
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