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Aggressione shock al Pronto Soccorso: calci e pugni agli infermieri, arrestata una 42enne

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Maruggio (Taranto), dottoressa della guardia medica si dimette dopo aggressione
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A Roma cresce l’allarme per la violenza contro il personale sanitario: due episodi in pochi giorni. Ecco cosa è successo.

La violenza nei pronto soccorso italiani continua a far discutere. Giovedì pomeriggio, 3 gennaio, presso l’ospedale Sandro Pertini di Roma, una donna di 42 anni ha aggredito con calci e pugni un’infermiera e un’operatrice socio-sanitaria dopo che le era stato negato il ricovero. Entrambe le vittime hanno riportato lesioni giudicate guaribili in una settimana e sono state medicate subito dopo l’incidente.

L’intervento dei carabinieri e l’arresto

Sul posto sono intervenuti i carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma, che hanno arrestato la donna. Ora è accusata di lesioni personali e interruzione di pubblico servizio, poiché l’aggressione ha costretto il personale del pronto soccorso a interrompere le attività, con conseguenze su altri pazienti in attesa.

Ma Un problema crescente: secondo caso a Roma nel 2025

Questo episodio non è un caso isolato. Solo pochi giorni prima, nella notte di Capodanno, un’altra aggressione si era verificata al pronto soccorso dell’ospedale San Pietro in via Cassia. In quell’occasione, una donna, infuriata per il trattamento ricevuto dalla figlia quindicenne, aveva preso a schiaffi una dottoressa, provocando indignazione nel mondo sanitario.

Le reazioni del personale sanitario

Questi episodi sollevano il tema della sicurezza per medici, infermieri e operatori socio-sanitari, che sempre più spesso si trovano a lavorare in condizioni di rischio. Secondo i dati dell’INAIL, le aggressioni contro il personale sanitario sono in aumento, alimentate da frustrazioni, carenze strutturali e una percezione sempre più tesa del rapporto medico-paziente.

Misure urgenti per prevenire la violenza

Sindacati e associazioni di categoria, tra cui FNOPI (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche), hanno ribadito la necessità di potenziare i presidi di sicurezza negli ospedali, introducendo misure come:

  • Postazioni di vigilanza con guardie giurate nei pronto soccorso.
  • Corsi di formazione per il personale sanitario su come gestire situazioni critiche.
  • Campagne di sensibilizzazione per educare i cittadini al rispetto di chi opera in ambito sanitario.
Serve un cambio di rotta

Le aggressioni al personale sanitario non possono più essere tollerate. Oltre a danneggiare la salute fisica e psicologica delle vittime, mettono a rischio il funzionamento di un sistema già sotto pressione. Per prevenire futuri episodi, è necessario un intervento congiunto tra istituzioni, ospedali e cittadini, affinché il rispetto e la sicurezza tornino al centro del sistema sanitario.

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Redazione NurseTimes 

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