Parentopoli negli assessorati: fuori mogli, figli e parenti di politici. Costo da 4,2 milioni l’anno, scoppia il caso all’Ars
La stagione dei “comandati vip” negli assessorati regionali siciliani sembra arrivata al capolinea. Dopo anni di distacchi opachi, costi elevatissimi e incarichi spesso scollegati dalle reali esigenze del servizio sanitario, la Regione Sicilia ha deciso di interrompere una prassi che ha assunto sempre più i contorni di una parentopoli istituzionalizzata.
La misura riguarda 42 tra dirigenti, medici, farmacisti e biologi, sottratti ad Asp e ospedali per essere collocati negli uffici della Salute e del Bilancio. Un’operazione che è costata ai contribuenti 4,2 milioni di euro l’anno, in aperta violazione dello spirito della norma, che consentiva al massimo 15 comandati.
Dirigenti strapagati e corsie vuote
Il dato più grave riguarda i 26 dirigenti distaccati, con compensi che oscillano tra 100 e 190 mila euro lordi l’anno, per un totale di 3,38 milioni di euro. Dirigenti per i quali la legge non prevede alcuna stabilizzazione, ma che per anni sono rimasti saldamente negli assessorati, mentre ospedali e Asp continuavano a denunciare carenze di personale.
Tra i nomi destinati al rientro emergono figure legate da vincoli familiari e politici ai vertici istituzionali regionali:
- Maria Paola Ferro, dirigente di Villa Sofia-Cervello, moglie del sindaco di Palermo Roberto Lagalla, con uno stipendio da 128 mila euro annui
- Fabrizio Geraci, dirigente della stessa azienda, cugino dell’assessore regionale Edy Tamajo, 158 mila euro l’anno
- Anna Mancuso, Asp di Palermo, moglie del Ragioniere generale della Regione Ignazio Tozzo, costo 122 mila euro
- Rosalia Murè, Asp di Ragusa, 190 mila euro annui, oggi candidata a direttore sanitario del Policlinico di Palermo
Una concentrazione di parentele che ha alimentato forti polemiche politiche e istituzionali.
Il caso PNRR: incarichi senza progetti
Particolarmente controverso il capitolo dei dirigenti arruolati nel cosiddetto “Piano di potenziamento dell’assessorato alla Salute per il PNRR”. Professionisti in camice bianco che, secondo le ricostruzioni, si sono occupati di tutto tranne che dei progetti PNRR.
Tra questi:
- Giorgia Iacolino, Asp di Agrigento, figlia del direttore generale della Pianificazione strategica, distaccata all’Osservatorio epidemiologico con un compenso di 104 mila euro annui
- Gabriella Maria Terrazzino, cardiologa Asp Palermo, moglie dell’amministrativista Girolamo Rubino
- Viviana Messineo, ginecologa Asp Palermo
- Mario Tumminello, neonatologo del Cervello
- Francesco Regina, tecnico-sanitario Asp Trapani
Solo un mese fa, ad alcuni di loro sarebbe stato assegnato un obiettivo formalmente riconducibile al PNRR, alimentando il sospetto di una copertura tardiva e formale.
Le responsabilità politiche e l’inchiesta
Il caso è esploso all’Assemblea regionale siciliana, grazie alle denunce del deputato Ismaele La Vardera e del presidente dell’Antimafia regionale Antonello Cracolici, che ha annunciato una commissione d’inchiesta parlamentare.
Il presidente della Regione Renato Schifani ha bloccato tre tentativi di stabilizzazione, mentre l’assessora alla Salute Daniela Faraoni ha ammesso che, al recente interpello per sostituire i comandati con dirigenti interni, si sono presentati solo in quattro. Un dato che fotografa il fallimento di una gestione fondata su scorciatoie e chiamate fiduciari.
Fine di un sistema?
Dal 31 dicembre la maggior parte dei comandati tornerà nelle aziende sanitarie di appartenenza. Solo pochi dirigenti di area, formalmente in pianta organica, resteranno fino a marzo, senza possibilità di ulteriori proroghe.
La decisione rappresenta un segnale politico forte, ma tardivo. Anni di distacchi hanno impoverito i reparti, aggravato le liste d’attesa e alimentato la sfiducia dei cittadini verso le istituzioni.
Ora la Regione promette nuovi concorsi pubblici, trasparenza e selezioni basate sul merito. Resta da capire se questa svolta segnerà davvero la fine di una stagione di privilegi, parentele e incarichi d’oro, o se si tratterà solo dell’ennesimo annuncio destinato a dissolversi con il prossimo cambio di legislatura.
Redazione NurseTimes
Fonte: Repubblica
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