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Riorganizzazione dell’assistenza infermieristica e qualità delle cure: l’esperienza del modello a stanze in un reparto di medicina interna

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ABSTRACT

Negli ultimi anni la crescente complessità assistenziale, l’aumento dell’età media dei pazienti e la carenza di personale infermieristico hanno reso sempre più evidente la necessità di ripensare i modelli organizzativi tradizionali di reparto, spesso associati a frammentazione dell’assistenza e ridotta continuità di cura. In questo contesto il modello a stanze si configura come un approccio organizzativo orientato alla presa in carico globale del paziente, alla responsabilizzazione dell’infermiere e al rafforzamento del lavoro in team.

Il presente articolo descrive e analizza l’esperienza di implementazione del modello a stanze in un reparto di medicina interna, valutandone l’impatto sull’organizzazione del lavoro infermieristico e sulla qualità dell’assistenza percepita. È stata condotta un’indagine quantitativa osservazionale mediante la somministrazione di un questionario strutturato basato sul CIHC Competency Framework a un campione di infermieri operanti nel reparto.

I risultati evidenziano una percezione complessivamente positiva del modello, in particolare in relazione alla continuità assistenziale, alla chiarezza dei ruoli e alla collaborazione professionale, pur emergendo alcune criticità legate alla gestione dei carichi di lavoro e al coordinamento tra le mini-equipe. L’esperienza descritta suggerisce che il modello a stanze, se adeguatamente supportato sul piano organizzativo e formativo, possa rappresentare una strategia efficace per migliorare la qualità delle cure e valorizzare il ruolo professionale dell’infermiere nei contesti di Medicina Interna.

BACKGROUND

È possibile migliorare la qualità dell’assistenza infermieristica intervenendo sull’organizzazione del lavoro di reparto senza aumentare il carico assistenziale per i professionisti? Negli attuali contesti ospedalieri, caratterizzati da elevata complessità clinica, multimorbidità e crescente pressione sui servizi, i modelli organizzativi tradizionali basati su una distribuzione funzionale dei compiti mostrano limiti evidenti in termini di continuità di cura, personalizzazione dell’assistenza e integrazione tra professionisti.

La frammentazione delle attività assistenziali, la ridotta responsabilizzazione rispetto ai pazienti assegnati e le difficoltà comunicative all’interno del team possono tradursi in omissioni assistenziali, aumento del rischio clinico e insoddisfazione professionale. In risposta a tali criticità, negli ultimi anni sono stati proposti modelli organizzativi alternativi orientati alla presa in carico globale del paziente e alla valorizzazione del ruolo infermieristico.

Il modello a stanze, basato sull’assegnazione stabile di piccoli gruppi di pazienti a una mini-équipe infermieristica, si inserisce in questa prospettiva con l’obiettivo di migliorare continuità assistenziale, comunicazione e qualità delle cure. Tuttavia, le evidenze relative al suo impatto sull’organizzazione del lavoro infermieristico e sulla percezione della qualità assistenziale risultano ancora limitate, rendendo necessario approfondire le esperienze di implementazione nei contesti reali di reparto.

OBIETTIVO

L’obiettivo di questo studio è analizzare l’impatto del modello a stanze sull’organizzazione del lavoro infermieristico e sulla qualità dell’assistenza in un reparto di Medicina Interna, esplorando la percezione degli infermieri in termini di collaborazione professionale, chiarezza dei ruoli e qualità delle cure erogate.

METODI

Lo studio è stato condotto con un disegno osservazionale quantitativo in un reparto di Medicina Interna di un ospedale pubblico, successivamente all’introduzione del modello organizzativo a stanze. Il campione era costituito da infermieri in servizio nel reparto, che hanno aderito volontariamente alla partecipazione allo studio, per un totale di 30 rispondenti.

La raccolta dei dati è avvenuta mediante la somministrazione di un questionario strutturato basato sul CIHC Competency Framework, opportunamente adattato al contesto assistenziale, con l’obiettivo di valutare la percezione degli infermieri rispetto a dimensioni chiave dell’organizzazione del lavoro, quali collaborazione interprofessionale, comunicazione, chiarezza dei ruoli e qualità dell’assistenza.

L’affidabilità interna dello strumento è stata valutata attraverso il coefficiente di Cronbach, che ha mostrato un’elevata consistenza interna. L’analisi statistica ha incluso statistiche descrittive e un’analisi fattoriale esplorativa mediante Principal Component Analysis, al fine di identificare le principali dimensioni latenti associate all’esperienza del modello a stanze e al suo impatto sull’organizzazione assistenziale.

RISULTATI

L’analisi dei dati evidenzia una percezione complessivamente positiva del modello a stanze da parte degli infermieri coinvolti nello studio. L’elevato valore del coefficiente di affidabilità indica una buona coerenza interna dello strumento utilizzato e una solidità delle dimensioni indagate. I risultati dell’analisi fattoriale hanno consentito di individuare componenti principali riconducibili ad ambiti centrali dell’organizzazione del lavoro infermieristico, tra cui la collaborazione professionale, la chiarezza dei ruoli e la qualità percepita dell’assistenza.

In particolare, il modello a stanze appare favorire una maggiore responsabilizzazione dell’infermiere nei confronti dei pazienti assegnati, una migliore continuità delle informazioni assistenziali e una più efficace comunicazione all’interno del team. Gli infermieri riportano una maggiore conoscenza dei bisogni dei pazienti, una più agevole pianificazione degli interventi assistenziali e una percezione di cura più personalizzata. Accanto a questi elementi positivi, emergono alcune criticità legate alla gestione dei carichi di lavoro e alla necessità di un coordinamento costante tra le mini-equipe, aspetti che richiedono un adeguato supporto organizzativo per garantire l’equità assistenziale e la sostenibilità del modello.

DISCUSSIONE

I risultati dello studio suggeriscono che il modello a stanze possa rappresentare una strategia organizzativa efficace per migliorare la qualità dell’assistenza infermieristica in contesti di Medicina Interna caratterizzati da elevata complessità clinica. La riorganizzazione dell’assistenza per piccoli gruppi di pazienti sembra contribuire a superare alcune criticità dei modelli tradizionali, riducendo la frammentazione delle cure e favorendo una presa in carico più continuativa e personalizzata. La percezione positiva espressa dagli infermieri in termini di collaborazione e chiarezza dei ruoli evidenzia come il modello a stanze possa rafforzare il lavoro di squadra e valorizzare il ruolo professionale dell’infermiere.

Tuttavia, l’esperienza descritta mette in luce anche la necessità di un cambiamento culturale e organizzativo strutturato, che accompagni l’introduzione del modello attraverso una chiara definizione delle responsabilità, un coordinamento infermieristico efficace e momenti di confronto all’interno del team. In assenza di tali condizioni, il rischio è che il modello venga percepito come un aumento del carico assistenziale piuttosto che come un’opportunità di miglioramento della qualità delle cure.

CONCLUSIONI E IMPLICAZIONI PER LA PRATICA INFERMIERISTICA

L’esperienza del modello a stanze in un reparto di Medicina Interna evidenzia come la riorganizzazione dell’assistenza infermieristica possa incidere positivamente sulla qualità delle cure e sulla percezione del lavoro di reparto da parte degli infermieri. Il modello favorisce continuità assistenziale, responsabilizzazione professionale e collaborazione, configurandosi come una valida alternativa ai modelli organizzativi tradizionali. Tuttavia, la sua efficacia è strettamente dipendente dal contesto di implementazione e dal supporto organizzativo fornito.

Per la pratica infermieristica, l’adozione del modello a stanze richiede investimenti in termini di formazione, coordinamento e monitoraggio continuo degli esiti assistenziali, al fine di garantire un equilibrio tra qualità delle cure e sostenibilità del carico di lavoro. Ulteriori studi sono auspicabili per valutare l’impatto del modello su esiti clinici, soddisfazione dei pazienti e benessere professionale degli infermieri, contribuendo allo sviluppo di modelli organizzativi sempre più centrati sulla persona e sulla qualità dell’assistenza.

Arianna Saponaro e Paolo Fontò

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Redazione Nurse Times

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